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di Benny Manocchia

agricoltura farmers americaniCampo di mais (foto http://tweitesfamilyfarm.com)

New York – Il ministero dell’Agricoltura statunitense prevede per i farmers un reddito netto, per il 2016, di 54.8 miliardi di dollari, con un calo del tre per cento rispetto al reddito dell’anno scorso. E i contadini di questa nazione alzano la voce. Ventidue milioni di lavoratori americani producono, processano e vendono i prodotti agricoli degli Stati Uniti. Ma soltanto 5 milioni vivono nelle campagne. Meno del 2 per cento dell’intera popolazione USA. Insomma non sono soltanto i contadini a tenere in vita l’importantissima industria statunitense dell’agricoltura, che da tempo rappresenta il bastone d’appoggio della scricchiolante economia americana. Ma gli agricoltori, naturalmente, non la vedono così.

I consumatori  americani spendono quasi 600 miliardi di dollari per acquistare i prodotti  delle campagne americane. Per ogni dollaro, lo share del contadino e’ di 23 centesimi di dollaro. Una inchiesta ufficiale ha stabilito che i rimanenti 77 centesimi vengono spesi  per costi “al di la’ dei cancelli delle campagne”, per usare la strana frase  dello studio. In sostanza, per il materiale, per il marketing, la distribuzione e i trasporti. Gli agricoltori non ci credono e lo dicono ad alta voce. Per quanto li riguarda,  lo share dovrebbe raggiungere il 30 per cento. Un grosso balzo che mette paura a molte  organizzazione, in qualche modo affiliate al governo federale o statale. Non occorre la sibilla cumana per capire che lo scontro in corso è tra gli agricoltori e i governi della nazione. E come spesso succede in questi casi, c’è da credere che in ultimo a pagare sarà sempre il consumatore. Gli agricoltori non hanno mai urlato la parola “sciopero”. Però qualcuno oggi parla di rallentare la produzione dei prodotti agricoli per limitare le spese del processing e marketing (in realtà alti), che spesso non sono controllati direttamente dal contadino.  Dall’altro campo ricordano che il computer viene usato nell’83 per cento delle campagne: è non e’ un aiuto per gli agricoltori? Non c’e’ ancora una risposta chiara a questo proposito.
In molti dicono che il governo federale e quelli statali sono responsabili per la salvaguardia dei prodotti agricoli. Ma pare non sia proprio  così: noi ogni giorno siamo lì a combattere i parassiti e le malattie, gridano i contadini.

Una proposta piu’ seria (che fa tremare i polsi persino al ministro del Tesoro), e’ questa: sfruttare meno terreno coltivabile. In fondo ci sono 3 milioni 730 mila chilometri quadrati di campagna in USA, ricordano in molti. Ma nessuno e’ riuscito a spiegare dettagliatamente come un calo di produzione aiuterebbe  il contadino.
Oggi in America la maggior parte dei terreni di campagna (soprattutto quelli in affitto) viene usata per coltivare  mais. Ma nessuno (proprio nessuno) accetterebbe di interrompere la produzione di corn, che viene acquistato a occhi chiusi per la preparazione di etanolo.
Una soluzione del problema sottoposto dagli agricoltori non appare vicina. Il 23 per cento del dollaro per loro  non basta. Vorrebbero il 30. Ma su chi cadra’ quel macigno del 7 per cento?

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