5 ottobre, Giornata Mondiale degli insegnanti
di Maura Binelli
“Chi insegna, se non impara ogni giorno, non sta insegnando davvero.” (Enrico Galiano)
Oggi è la nostra giornata, un giorno in cui, forse, qualcuno si fermerà a guardare con occhi diversi la figura dell’insegnante. Ma noi, che la scuola la viviamo ogni giorno, sappiamo che dietro quel titolo c’è molto di più.
C’è un mondo fatto di registri da compilare, riunioni su riunioni, circolari da leggere, burocrazia che cresce come l’edera. A noi, però, tocca anche insegnare a sentire e a pensare: educazione affettiva, educazione civica, educazione digitale. In una società che cambia in fretta, dobbiamo correre, formandoci continuamente per restare al passo, perché educare oggi è un’impresa complessa, ma necessaria. C’è poi tutto il lavoro che non si vede: ore a preparare lezioni che sappiano parlare ai cuori e alle menti, strategie inclusive per accogliere tutti, strumenti nuovi per chi ha bisogni educativi speciali, perché i bambini e i ragazzi non sono mai “troppo” o “difficili”, sono semplicemente loro stessi. Ogni insegnante che sceglie di formarsi per non lasciare indietro nessuno porta avanti, giorno dopo giorno, il sogno di Don Milani “I care” (mi sta a cuore), perché ogni singolo alunno, anche quello che fa più fatica, è il cuore del nostro lavoro.
Ci sono insegnanti che ogni mattina entrano in classe con il sorriso, anche quando “non è giornata”, che si caricano sulle spalle il peso delle mancanze del sistema, che fanno il doppio per coprire chi non ce la fa o ha dimenticato cosa voglia dire insegnare. Ci sono quelli che credono ancora che la scuola possa cambiare il mondo, e che per farlo bisogna crederci, lottare, esporsi, anche a costo di farsi terra bruciata intorno.
Poi, sì, ci sono anche gli “arrampicatori”, quelli che hanno smesso di essere insegnanti per diventare manager di qualcosa che con l’educazione ha poco a che fare. Per fortuna sono pochi, e spesso non arrivano in classe. Chi insegna davvero, chi entra ogni giorno in una scuola di qualsiasi grado, deve farlo con umiltà, con rispetto e con il coraggio di tenere il cuore sempre aperto perché insegnare è, prima di tutto, un atto d’amore.
Enrico Galiano ci ricorda che “Un insegnante lascia un segno per sempre, anche quando non se ne accorge”. Noi lo sappiamo, lo vediamo nei sorrisi dei bambini, nei grazie sussurrati, negli occhi di chi finalmente “ce la fa”. Lo sentiamo in quel filo invisibile che ci lega a ogni studente che ha incrociato la nostra strada e che, anche dopo tanto tempo, ci saluta ancora con affetto.
Oggi celebriamo tutti quegli insegnanti che nonostante tutto, nonostante tutti, continuano a fare la cosa più difficile e più bella del mondo: credere nei ragazzi.
Buona Giornata degli insegnanti!
…a chi non ha mai smesso di esserlo davvero.