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Le malerbe dell’orto

di Mauro Bertuzzi

Con il termine di pianta infestante (oppure malerba o, popolarmente, erbaccia) si intende una pianta che non rivestendo alcuna funzione ritenuta utile per la produzione orticola, andrà a danneggiare le piante esistenti entrando in competizione con esse o diventando parassita.

Le infestanti per definizione possono essere:

  • piante poliennali che si riprodurranno in modo vegetativo oppure in grado di rimanere nel terreno per diversi anni, quali per esempio: Gramigna, Achillea millefoglie, Artemisia comune, Vilucchio, Ortica, Tarassaco, ecc.
  • piante annuali che si riprodurranno da seme, spesso con un forte potenziale riproduttivo, quali per esempio: Erba morella, Sorghetto, Acalifa, Amaranto comune, Borsa del pastore, Camomilla comune, Carota selvatica, Centinodia, Centocchio comune, Cespica annua, Farinaceo comune, Giavone, Papavero, ecc.

Il controllo delle infestanti in un orto circolare si attuerà esclusivamente con l’ausilio di pratiche agronomiche attraverso una metodologia preventiva e di gestione, le più importanti sono:

  • evitare che i semi delle infestanti possano entrare nell’orto attraverso la disseminazione mediante un controllo delle parti non curate, come ad esempio in una strada limitrofa all’appezzamento orticolo oppure in zone vicine con crescita di vegetazione spontanea;
  • prestare attenzione se si dovesse utilizzare letame per la concimazione, non adoperare mai quello fresco, in quanto essendo formato da paglia, questa potrebbe essere infestata; inoltre, le deiezioni degli animali potrebbero contenere semi di infestanti. Pertanto, meglio usare letame maturo con adeguata maturazione aerobica di 9 mesi minimo, in questo modo eviteremo possibili effetti dannosi;
  • controllare sempre la purezza della semente assicurandosi che non sia contaminata da semi o frammenti di piante infestanti;
  • procedere con adeguate rotazioni colturali;
  • attuare una pacciamatura naturale con un corretto mantenimento annuo.

Rimane comunque fondamentale imparare a riconoscere la flora spontanea già nei primi stadi del suo sviluppo, consentirà in questo modo di capire come gestirla al meglio, cercando di limitare la sua azione competitiva nei confronti delle piante coltivate.

Ortica
Ortica in piena fase vegetativa

Per le colture orticole la funzione di alcune malerbe, sarà quella di indicarci la presenza di diversi organismi dannosi, in particolare gli insetti, aiutandoci ad intensificare il monitoraggio nelle coltivazioni presenti nel nostro orto circolare.
Una caratteristica delle erbe infestanti sarà la capacità di ospitare diversi insetti utili (ausiliari) che, a seconda della loro necessità, potranno trovare su di esse fonti importanti di nutrimento sia a livello animale come prede da divorare o organismi da parassitare, e sia a livello vegetale come il nettare, il polline, la melata e vari succhi vegetali. Per esempio, la melanzana e lo zucchino che hanno come insetto comune dannoso l’afide Aphis gossypii in grado di attaccare le colture nel loro periodo vegetativo (metà primavera, inizio autunno al nord in pianura padana), se avessero vicino alla coltivazione piante (esempio siepi naturali) in grado di offrire rifugio agli insetti antagonisti, la coltura ne gioverebbe, in quanto questi predatori naturali attraverso la lotta biologica neutralizzerebbero l’attacco.
I nemici presenti in natura degli afidi sono: Coleotteri Coccinellidi, Neurotteri Crisopidi, Ditteri Sirfidi e Ditteri Cecidomidi, Imenotteri parassitoidi, Acari predatori del genere Allothrombium.
Considerando che gli attacchi di molti di insetti si ripetono sistematicamente ogni anno (esempio la dorifora sulla patata), l’uso di flora spontanea come “informatore spia”, darà anche l’opportunità di attivare delle misure di contenimento nel periodo e nella migliore modalità. Ad esempio, ai margini o fra le fila di una coltivazione di lattuga o radicchio, potremmo lasciar crescere alcuni esemplari di grespino rosso, in quanto questa pianta potrà fungere da specie ospite per gli afidi delle due colture, utilizzandola quindi come indicatore di una possibile infestazione. Attenzione però, perché per monitorare la presenza di un insetto dannoso non bisognerà concentrarsi solo sull’osservazione della flora spontanea, in quanto andrà ispezionata sempre e comunque anche la coltura, la presenza di malerbe utili ci supporterà a rendere più efficace il monitoraggio ma non a sostituirlo.
Le erbe spontanee così come possono ospitare un parassita, possono anche fornire un alimento ai suoi nemici naturali, facendoli avvicinare in prossimità delle coltivazioni, per questo motivo la loro eliminazione va fatta in modo ragionato considerando il contributo che gli organismi utili possono portare nel controllare quelli dannosi.
La quantità della flora spontanea da preservare non dovrebbe mai limitare l’attività delle colture; pertanto, possiamo pensare di avere un rapporto di uno a quattro: 5 piante ogni 20 mq di orto, distribuite fra le file coltivate o lungo i bordi. Tuttavia, qualora le malerbe utili dovessero diventare un pericolo per le coltivazioni per il nostro orto circolare, perché su di esse rileveremo sintomi di virosi o malattie fungine dannose per le colture presenti, oppure non fossimo sicuri che questo tipo di piante siano davvero valide, dovremmo evitare di lasciarle crescere andando ad estirparle.

Farinaccio comune
Farinaccio comune – pianta annuale in grado di monitorare altiche delle crucifere, afide delle cucurbitacee e afide nero della fava; ospita anche insetti utili

Mauro Bertuzzi, laureato in Scienze e Tecnologie Agrarie presso la Facoltà di Agraria di Milano, è Presidente del Collegio dei revisori dei conti per l’Ordine interprovinciale di Milano e Lodi degli Agrotecnici e Agrotecnici Laureati. Curriculum vitae >>>