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L’allevamento del Grillo domestico

di Federico Vinattieri

grillo domestico femmina adulta
Femmina adulta di Acheta domesticus, con particolare dell’ago ovopositore

Premetto che non mi ritengo assolutamente un esperto di entomologia, ma nonostante ciò, ho avuto piccole esperienze di allevamento anche in questo vastissimo e intrigante settore zootecnico.
Da ragazzo ho dedicato qualche anno all’allevamento dei lombrichi, delle formiche, di alcune specie di blatte, di coleotteri, di tarme della farina, di mantidi, e anche di grilli.
Il mio rapporto con i grilli è sempre stato marcato fin da bambino.
Ricordo che i miei genitori mi portavano ogni anno al Parco delle Cascine di Firenze, dove viene organizzata la famosa e folcloristica “festa del Grillo“, che viene celebrata ogni anno il giorno dell’Ascensione, nella quale venivano venduti grilli di ogni forma e misura, in apposite gabbiette artigianali colorate… forse qualcuno dei miei lettori ne avrà sicuramente sentito parlare.
Conservo ancora alcune di quelle gabbiette, che oggi son diventate veri e propri pezzi da collezione.

gabbia grillo festa firenze
Antica gabbietta per grilli della “festa del grillo” di Firenze – © Vinattieri

I grilli venivano ricercati nei prati e anche catturati in massa dai commercianti sul monte Calvana, sopra Prato, dove c’è una località chiamata appunto “Cantagrilli”, per la presenza di questi animali in gran quantità (ovviamente oggi non è più così).
Questi grilli quindi venivano acquistati dai genitori come regalo per i bambini, e venivano comprati anche dai ragazzi per farne dono alle ragazzine, come atto di corteggiamento.
Con il senno di poi, a pensarci bene, era una vera crudeltà per questi piccoli animali, che venivano catturati, rinchiusi, venduti e poi affidati alle cure dei bambini, ed erano inevitabilmente destinati a morire, in quanto si sa che la stragrande maggioranza dei bimbi non ha molta dimestichezza con gli animali e soprattutto non ha la costanza di provvedere ai loro bisogni.
Proprio per questi motivi, anni fa, fu proibita la vendita di questi insetti alle feste paesane. Dal 1999 il Comune di Firenze ha varato un regolamento sulla tutela degli animali, vietando la vendita dei grilli imponendo di fatto ai “grillai” fiorentini, di porre nella gabbietta solo riproduzioni grafiche o sonore degli insetti. Per questo motivo la festa del grillo ha perso quasi del tutto il proprio fascino, diventando una normale giornata di mercato e di bancarelle, come se ne vedono tante.
In questo mio articolo vorrei spiegarvi, per sommi capi, quali siano i fondamentali per l’allevamento della Acheta domesticus, chiamato comunemente “Grillo domestico”.

grillo domestico allevamento gabbia
Esempio di piccolo allevamento di Grilli domestici

Rispondiamo subito alla fatidica domanda: è difficile allevare Grilli?

No, non è per niente difficile, se si seguono determinati accorgimenti.
C’è da tener presente che è facilissimo riconoscere i maschi dalle femmine, e questo è già un grosso vantaggio. Il dimorfismo è evidenziato dalla presenza nelle femmine del cosiddetto “ago ovopositore“, ossia un vero e proprio ago, o tubicino scuro, posto nella parte posteriore, che è adibito, come dice il nome, alla deposizione delle uova in profondità, nella terra. Le femmine usano questo organo, come una vera e propria iniezione nel terreno, per far sì di depositare le uova nascoste sotto la superficie, in modo da preservarle da variazioni di temperatura o da possibili predatori.
C’è da dire anche che il Grillo domestico ha un ciclo vitale molto semplice rispetto ad altri insetti: uovo-neanide-adulto, queste le sue tre fasi. La neanide non è altro che un adulto in miniatura, ed è totalmente indipendente fin dalla nascita.
Oltre a questi aspetti, chiunque potrà essere in grado di allevarli poiché la metodologia è di facile apprendimento; con pochi passaggi e con poche accortezze ripetitive, si può quindi aver successo nella riproduzione di questi insetti.
Teniamo presente che l’allevamento di questo artropode, è solitamente adibito alla produzione di ingenti quantità di soggetti, per poi utilizzarli come “insetti da pasto”.
Con questo termine non si intende ovviamente l’uso dei grilli sulle nostre tavole, anche se pare che tra qualche anno potrebbero anche diventare nuovi ingredienti dei nostri piatti, ma stiamo parlando di insetti utilizzati come alimento soprattutto in allevamenti di rettili, come Camaleonti o altri animali molto apprezzati da erpetofili, i quali si cibano proprio di grilli, e altri insetti similari.

Noi ci concentreremo sulle modalità e tecniche di allevamento e non sullo scopo ultimo del loro utilizzo, anche perché non è detto che debbano essere allevati solo per essere utilizzati come cibo.
Io ad esempio, li allevavo solo per studiarne il comportamento o per la semplice soddisfazione di riprodurli e successivamente liberare quelli prodotti in esubero.

Come per ogni allevamento che si rispetti, bisogna sempre partire dalle strutture.
Per allevare grilli, non è necessario un grande spazio e grandi strutture, chiunque può allevarli anche nella propria abitazione, concedendo all’allevamento un angolo di una stanza, dove verranno riposte le cassette.
Il locale deve essere una stanza la cui temperatura non scenda mai al di sotto dei 20-22 gradi circa, e soprattutto che sia riscaldata d’inverno, questi sono gli unici due requisiti obbligatori.

Trovato il giusto angolo di casa, bisogna provvedere all’acquisto delle cassette.
Vanno benissimo i comuni contenitori di plastica trasparente usati per riporre gli indumenti, che possono essere acquistati in qualunque centro commerciale. La misura più adatta a mio parere è quella da 50 litri. Questi contenitori devono essere abbastanza larghi, a seconda della vastità della colonia di insetti che andremo ad introdurre, quindi a seconda del numero dei soggetti che decideremo di metterci dentro.
Consideriamo che in un contenitore di circa 70x50x50 cm, possono essere introdotti anche 100 grilli senza grossi problemi di convivenza. Io consiglio, ad ogni modo, di acquistare piccole colonie di 50 grilli per ogni contenitore. Questo contenitore ovviamente andrà tappato, ma per garantirne la ventilazione interna, bisognerà ritagliare una parte del coperchio, che andrà sostituito con una retina molto fine, che farà filtrare l’aria, ma che non può far fuoriuscire gli insetti.

Cosa dobbiamo mettere dentro il contenitore? Ecco qui un breve elenco:

  1. Un fondo ruvido;
  2. Cartoni di varie misure e di varie forme;
  3. Vaschette per il mangime;
  4. Piccola vaschetta per l’acqua;
  5. Vaschette per la deposizione.

La spesa totale quindi sarà modesta, una media di 20-25 euro a contenitore, possiamo affermare pertanto che allevare i grilli è assolutamente alla portata di tutti.

Vediamo nel dettaglio questi cinque elementi:

Un fondo ruvido: andrà messo un fondo fatto di materiale di piccolo formato, in modo tale da facilitare la deambulazione dei grilli, e da evitare quindi il contatto con la superficie liscia di plastica del fondo. C’è chi usa il semplice pellet da stufa, chi utilizza del pan grattato (sconsigliato!), chi la sabbia, chi i trucioli di legno e chi usa la corteggia di faggio essiccata, che solitamente viene venduta come fondo da gabbia per uccelli. Va benissimo anche il “grit marino”, che si utilizza sempre per gli uccelli da gabbia e da voliera.
Sconsigliabile l’utilizzo della lettiera per gatti, in quanto questa contiene sostanze chimiche che possono danneggiare la salute degli insetti. Da evitare la terra/terruccio, in quanto, come vedremo, è proprio il substrato nel quale i grilli depongono e si rischierebbe di dispedere le uova in ogni parte del contenitore.
Vi è anche chi non utilizza alcun fondo, ma secondo me, camminare sul fondo liscio di plastica non è da considerarsi ottimale per questi insetti… bisogna pur dargli l’illusione di un terreno su cui camminare senza difficoltà.

Cartoni di varie misure e di varie forme: servono per simulare dei nascondigli dove gli animaletti possono andare a ripararsi e nascondersi. In moltissimi allevamenti vengono utilizzati i cartoni dei contenitori delle uova (anch’io utilizzavo quelli). Vanno benissimo anche i tubi della carta igienica, oppure dei semplici cartoncini arrotolati e/o accartocciati. Oltre a questi, nel contenitore, ci si può sbizzarrire ad inserire schettetti di legno, gusci di noce, conchiglie, ecc… proprio come a comporre l’interno di un acquario. Sconsigliabile l’utilizzo di rami verdi o piantine, in quanto possono portare all’interno del contenitore uova o larve di altri insetti, e quindi inquinare irrimediabilmente l’ambiente; stessa cosa vale per rocce, muschio o fogliame.

Vaschette per il mangime: queste devono avere una misura variabile, sempre a seconda del numero dei soggetti introdotti.

Ma cosa diamo da mangiare ai nostri grilli? I grilli mangiano praticamente tutto. Solitamente bisogna mettere a dispozione sia cibo secco, sia cibo umido/morbido. Mai mettere a contatto le due tipologie di cibo e mai lasciare il cibo umido dentro il contenitore per troppo tempo, poiché nell’arco di poco verrebbero a formarsi piccoli acari, dannosissimi per l’ambiente e per gli animali.

Come cibo secco io utilizzavo delle semplici crocchette per cani o gatti, ma possono essere utilizzati anche pastocini secchi per pesci, o comunque un qualsiasi altro mangime secco per animali, con una buona percentuale proteica.
Come cibo morbido io usavo del comune pastoncino all’uovo per canarini, che si può acquistare in qualunque negozio per animali. Ottimi sono anche gli snack proteici per cani, che si comprano in qualunque supermercato. Oltre a questo, possiamo somministrare pezzi di frutta e verdura varia.

Bisogna tener presente che il Grillo è un insetto onnivoro e si adatta a mangiare qualunque cosa, pertanto non vi fate troppi problemi nel variare costantemente la sua dieta, anche mettendo nelle vaschette qualche scarto di cucina.
Buona abitudine è anche mettere a disposizione dei grilli, ogni tanto, qualche spicchio/fetta di arancia, o di qualunque altro agrume, ottimi per l’apporto vitaminico e per l’idratazione.

Come nutrimento per le piccole neanidi appena nate, il mio consiglio è di utilizzare la stessa alimentazione che si usa per gli adulti, ma con l’aggiunta di più cibo morbido; sono molto efficaci ad esempio, delle fette di banana, o del pane ben inumidito.

Piccola vaschetta per l’acqua: solitamente è buona norma utilizzare una piccola vaschetta (o più vaschette sparse per il contenitore) ricolma di cotone ben bagnato, in modo tale da evitare annegamenti accidentali. I grilli andranno a succhiare il cotone quando hanno necessità di idratarsi. Non occorre quindi inserire nel contenitore delle grosse quantità d’acqua. Ho visto in alcuni allevamenti inserire nei contenitori della semplice carta bagnata, che andrà sostituita o nuovamente bagnata quando l’umidità si abbassa.

Vaschette per la deposizione: questo è un aspetto importante, sul quale vale la pena soffermarsi a fondo. Possono essere usate vaschette di varie misure, abbastanza larghe, fatte di un qualunque materiale, come vetro, plastica, legno, terracotta, ceramica. Nella maggior parte degli allevamenti si utilizzano le comunissime vaschette di plastica da frigo per alimenti, quelle che misurano 186x142x42 mm (alle quali va tagliato il tappo). Queste vanno riempite di terriccio fino all’orlo. Se le sponde sono troppo alte, bisogna creare una sorta di ponte in legno o “scaletta” (con bastoncini o rametti) per far sì di facilitare ai grilli la scalata per arrivare alla terra nella vaschetta.

Siccome i grilli hanno il vizio talvolta di scavare e di divorare le uova deposte dalle varie femmine, molti allevatori sovente pongono sulla superficie delle vaschette di terra, una retina, in modo tale da permettere ugualmente la deposizione inserendo l’organo depositore nei fori, ma proteggendo allo stesso tempo le uova già deposte in profondità, non permettendo ai grilli di scavare. Personalmente non l’ho mai fatto, e mi son sempre trovato bene lo stesso, non avendo mai problemi di schiusa o di distruzione delle uova. Il consiglio è quello di provare entrambi i metodi, ossia inserire nel contenitore due vaschette di terra, una coperta da rete e l’altra no, e valutare con quale delle due si ha maggiore schiusa delle uova.

Accortezza essenziale è quella di inumidire la terra nelle vaschette, spruzzando acqua sulla superficie, con un normalissimo spruzzino nebulizzatore, almeno una volta ogni due giorni. La temperatura ottimale per il contenitore con le vaschette in attesa di schiusa è di circa 30 gradi; c’è infatti da considerare che più sarà alta e costante la temperatura, minore sarà il tempo di attesa per la schiusa. Se la temperatura sarà compresa tra i 22-25°C, allora si dovrà attendere circa 21-22 giorni per la schiusa. L’umidità della terra è fondamentale per rendere il terreno adatto per la deposizione e per mantenere il corretto grado di umidità delle uova deposte, ma non bisogna eccedere. Troppa umidità fa marcire le uova e crea muffe, poca umidità fa seccare le uova e pertanto non si schiuderanno.  Mai tappare le piccole vaschette di terra, mantenere sempre la superficie del terriccio a contatto diretto con l’aria. Il terriccio delle vaschette va sostituito totalmente ad ogni nuova deposizione.

Una volta ultimati i preparativi, e arredato a dovere il contenitore di allevamento, dobbiamo introdurre gli animali.

Dove acquistarli?

Oramai il mercato dei grilli è quasi tutto monopolizzato dalla rete. Esistono centinaia di portali su internet in cui si vendono i cosiddetti “insetti da pasto”, e possono essere ordinati in pacchi, nella quantità desiderata, con garanzia di recapito in 24 ore, o anche meno tempo. Se non si ha dimestichezza con internet, si può trovarli anche nei negozi adibiti a gli animali, in cui hanno i rettili, oppure in fiere di animali esotici.

Ad ogni modo sono abbastanza comuni e si possono acquistare con facilità. Assolutamente da evitare è invece la cattura in ambiente naturale!!
Una volta portata a casa la piccola colonia, la si può liberare nel contenitore.

Non bisogna mai affollare troppo il contenitore, poiché i grilli, quando si vedono in sovrannumero e si ritrovano con meno cibo a disposizione di quando dovrebbe essere il loro fabbisogno, non esitano a darsi al cannibalismo. Non sono rari infatti i casi in cui le colonie sono state devastate dai componenti stessi, in tal caso bisogna assolutamente cambiare contenitore e mettere maggior quantità di cibo a disposizione.

Apro una parentesi.

Tengo a precisare che, come ogni altro animale, anche per questi piccoli artropodi, si deve sempre garantire le dovute attenzioni che meritano, poiché da quando entrano in quel contenitore di plastica, questi insetti dipenderanno in tutto e per tutto da voi. Il fatto che siano insetti, non vi dà il permesso di dimenticarvi di loro o di trattarli con superficialità. Un allevatore quando sceglie di allevare, deve provvedere sempre ai suoi animali, ad ogni loro necessità, talvolta sacrificando anche tempo prezioso che si intendeva dedicare ad altro.

Chiusa la parentesi.

Gli Acheta domesticus sono animali che si adattano facilmente ad ogni ambiente, anche in cattività, quindi vedrete che dopo un po’ di giorni, le femmine inizieranno già a deporre le uova nelle vaschette di terra, infilando il loro ago ovopositore nel terriccio, come una sorta di sonda.

Quando siamo certi che buona parte delle femmine ha già deposto, possiamo rimuovere le apposite vaschette, e riporle a loro volta in altri contenitori di plastica, però questa volta con meno ventilazione del precedente (basta un’ampia fessura sul tappo), per far sì che sia la temperatura, sia l’umidità, si mantengano costanti all’interno. Le vaschette di terra andranno inumidite anche nel nuovo alloggio, ogni due giorni circa.

L’incubazione ha una durata di circa 13 giorni.

C’è anche chi rovescia direttamente il contenuto della vaschetta, quindi terra e uova, direttamente sul fondo del contenitore, ma è un metodo rischioso, perché l’urto, anche se minimo, o comunque il ribaltamento del terriccio, può danneggiare la maggior parte delle uova deposte.
Io perciò preferivo lasciare la vaschetta intatta e riporla, così com’è, sul fondo del nuovo contenitore, che poi andiamo a chiudere.
Atteso il tempo necessario, se sono state seguite tutte le indicazioni, assisteremo ad un pullulare di nascite. I grilli appena nati (neanidi) sono minuscoli, ma già totalmente indipendenti.

Metteremo a loro disposizione la stessa alimentazione degli adulti quindi, che ovviamente andrà messa in vaschette poco alte e poco profonde. Stessa cosa vale per l’acqua, la vaschetta con il cotone imbevuto, andrà messa in modo che i piccoli grilli possano arrivarci senza doversi arrampicare. E’ importantissimo mantenere una temperatura costante e un buon grado di umidità.
I grilli cresceranno abbastanza rapidamente. Quando arrivano a medie dimensioni possiamo toglierli dal contenitore dove sono nati e riporli in altri contenitori; così facendo il ciclo ricomincia.
Alla fine di ogni ciclo, i contenitori vanno lavati accuratamente e reinserito un fondale totalmente nuovo e pulito. Consigliabile è la sostituzione di tutti i componenti interni al contenitore, cartoncini e oggetti compresi.

Come vedete, l’allevamento del grillo domestico non è così difficoltoso. Ho allevato di tutto, ed ho imparato che per ogni tipologia di allevamento ci sono determinate regole da seguire e rigorosi aspetti da non dimenticare.
Ogni allevatore ha il proprio metodo. Se si domanda a 40 allevatori qual è il loro metodo di allevamento, vi verranno fornite 40 diverse metodologie. Tutto sta nell’esperienza e nei tentativi che con il tempo e con la passione, si possono acquisire e perfezionare.

Con questo articolo vi ho solo spiegato la mia versione ed il mio metodo per allevare i grilli.

Negli anni in cui affrontai l’allevamento di queste piccole creature, una cosa imparai più di tutte, ossia che anche un allevamento semplice e apparentemente pedestre, come quello del Grillo domestico, esige dedizione, costanza, e può concedere certamente delle piccole soddisfazioni.

Federico Vinattieri è un appassionato allevatore cinofilo, ornitofilo e avicoltore (titolare Allevamento di Fossombrone – www.difossombrone.ithttp://lupi.difossombrone.ithttp://ornitologia.difossombrone.it). Curriculum vitae >>>