1

Cinofilia & CinoFOLLIA: come è cambiato il nostro mondo cinofilo

di Federico Vinattieri

cinofilia fiera mostra esposizione cani caninaRing d’onore della Esposizione Internazionale Canina di Firenze 1975 (foto di Massimo Vinattieri).

Non esiste un metodo preciso per diventare un allevatore. Le capacità e la passione sono attributi innati, che sì, possono anche essere coltivati e fatti maturare, ma che se mancanti non potranno mai essere “impiantati” in un individuo.
Un mio ex-professore di Zootecnia una volta mi disse: “essere portati per l’allevamento è paragonabile ad esser portati per suonare il violino… è un parallelismo perfetto“.

Con molti miei articoli in passato ho esposto questo concetto. Come per tutti i settori, dedicati a gli animali e non, c’è un percorso di formazione che va affrontato e che determina l’esperienza di colui che vorrà essere denominato “allevatore”. Perfino chi alleva solo per attività lucrativa deve inevitabilmente attendere di capire perfettamente il “meccanismo” del settore stesso, prima che l’attività sia ben avviata. Ma personalmente non ho alcuna esperienza nella gestione di attività prettamente commerciali legate alla cinofilia, pertanto quel che vado a scrivere riguarda sempre il settore del “tempo libero”, ossia quella importante fetta di vita che le persone dedicano alla propria passione.
La cinofilia NON E’ UN HOBBY!!! Attenzione… ci si confonde spesso. La Cinofilia è una PASSIONE! la differenza tra questi due concetti è minima ma sostanziale, anche se a volte l’uno può sfociare nell’altro. Qual è la differenza? Semplice: l’Hobby è quella attività di puro relax e divertimento che un individuo svolge la domenica mattina, o quando a lui è più gradito. La passione è un’attività a cui si dedica tantissimo tempo e che, una volta avviata, non puoi esimerti dal gestirla e portarla avanti al meglio.
Se per un giorno non si vuole andare a giocare a Golf o non si vuole finire di costruire un modellino di nave di legno, possiamo tranquillamente evitare di farlo, al contrario, quando si gestisce un allevamento, se pur non a scopo di lucro ma a scopo sportivo, non ci si può permettere di dire: “oggi non mi va di alzarmi perciò resto a letto”! Questa è la differenza tra hobby e passione.
La Cinofilia quindi è una passione, come l’ornitologia, l’avicoltura, ecc…

Come si è evoluta la cinofilia negli ultimi decenni? Mi capita molto spesso, alle varie esposizioni canine, di mettermi a parlare con amici allevatori di vecchia data, con i quali ho condiviso centinaia di eventi in giro per l’Europa. La cinofilia nell’ultimo decennio ha subito un cambiamento radicale e repentino, che solo noi che da sempre calpestiamo le manifestazioni canine, abbiamo percepito e accusato.

expo canina esposizione cani 1900 Panoramica della Expo’ Internazionale Canina di Milano 1977 (foto di Massimo Vinattieri).

A mio avviso QUATTRO sono stati i fattori scatenanti di questo enorme mutamento:

il PRIMO fattore è stato senza dubbio un quasi totale ricambio generazionale. I vecchi giudici, che facevano ancora parte di quella schiera di esperti, teorici, tecnici, che hanno contribuito notevolmente a plasmare la cinofilia italiana e mondiale, sono pian piano scomparsi.
Mariotti, Renai della Rena, Bonetti, Perricone, Gorrieri, Gracchi, sono solo alcuni delle decine di nomi di personaggi oramai storici che hanno per anni fornito a gli allevatori le “direttive” per allevare, con i loro giudizi e con i testi da loro redatti. Una intera generazione di tecnici sostituita da nuovi esperti, come giusto e inevitabile che sia. Stessa cosa vale per chi sta dalla parte di “chi plasma la creta”, ossia noi allevatori. Tantissimi allevatori “di vecchia data” hanno cessato la loro attività, alcuni arrivati alla loro veneranda età non hanno trovato nei loro figli quella passione per un proseguimento della loro selezione, altri fortemente limitati da gli odierni mezzi di comunicazione, troppo “avanzati” per allevatori appartenenti a passate generazioni. Altri allevatori hanno deciso di allontanarsi dall’ambiente della cinofilia, poiché non trovavano più in questo ambito le persone con le quali avevano condiviso tante esperienze e tante esposizioni passate.
Questo manca nella cinofilia attuale: il CONFRONTO. Una volta questo concetto era chiaro e gli allevatori andavano alla ricerca della sfida e del confronto tra i soggetti del proprio allevamento, con quelli di altri centri di selezione, in modo da valutare il livello dei propri prodotti. Questo oggi non esiste più, si fa di tutto per battere i propri avversari, incuranti di quale sia il vero scopo delle esposizioni canine di bellezza, che andrebbero interpretate come manifestazioni cinotecniche e non come competizioni a premio. Non me ne vogliano coloro che io chiamo “commercianti”, ossia chi svolge l’attività cinofila a solo scopo di lucro, ma per fortuna nella cinofilia i premi si limitano alla coccarda, spilla, medaglia o coppa che sia, perché se venissero offerti premi in denaro, succederebbe in pochissimi mesi ciò che è accaduto per il settore dei cavalli, ossia centri di selezione gestiti solo da impresari con un solo obiettivo: i soldi. Detto ciò, purtroppo, vi sono persone che farebbero carte false pur di accaparrarsi una coccarda da poter sfoggiare.

SECONDO fattore dell’avvenuto mutamento della cinofilia è stata senza dubbio la crisi globale. La mancanza di liquidità porta, giustamente, le persone ad accantonare tutte le spese “evitabili”, come appunto quelle destinate a foraggiare una passione, e deviare tutte le proprie risorse ai bisogni di primaria necessità della propria famiglia o al mantenimento di una attività lavorativa indispensabile per sopravvivere. Le esposizioni sono un “balocco” ed è comprensibile che in questo momento storico in cui la disoccupazione è all’ordine del giorno, le esposizioni canine e l’allevamento passino in secondo piano. Nessuno può essere biasimato se mette da parte la sua passione per provvedere alle priorità che la vita ti impone. Questo a mio parere è uno dei motivi principali per cui vi è stato un calo considerevole delle partecipazioni alle manifestazioni canine europee, e italiane nello specifico. C’è poco da fare.

Da qui un paradosso, che ci porta al TERZO fattore del cambiamento, ossia l’incredibile aumento delle esposizioni. Quando ero bambino ricordo che le esposizioni in Italia erano sempre le stesse, e sempre in determinate date, che erano più o meno nello stesso periodo dell’anno, settimana più settimana meno. Esposizioni abbinate a luoghi classici, di solito parchi magnifici, che fungevano da palcoscenico di veri e propri ritrovi di appassionati cinofili. Ogni anno le stesse esposizioni, in compagnia delle stesse persone… i soliti 200/300 allevatori che si ritrovavano 20-25 volte all’anno in giro per l’Italia, sfidandosi nei ring e scambiandosi opinioni e esperienze. Il parco delle Cascine a Firenze, i Giardini Margherita a Bologna, il Parco di Villa Reale di Monza, e tanti altri luoghi incantevoli dove per anni si sono sfidati i più grandi allevatori della scorsa generazione.
Oggi sono aumentati a vista d’occhio i gruppi cinofili e circoli, che sono ormai presenti in ogni città e organizzano, sotto l’egida dell’E.N.C.I., esposizioni tutto l’anno. Abbiamo assistito ad un aumento esponenziale delle Expo’ italiane, ogni fine settimana ve ne sono molte sparse per tutto il territorio nazionale. Impossibile prendere parte a tutte. Questo incremento ha portato alla distribuzione dei concorrenti e quindi alla conseguente diminuzione delle iscrizioni a tutte le manifestazioni. Bisognerebbe ritornare al passato: meno esposizioni, meglio organizzate, con maggior numero di partecipanti.
Solo in quel modo può ritornare in auge il puro agonismo e si possono ritrovare i numeri che una volta leggevamo sui cataloghi.

QUARTO fattore, che personalmente ritengo essere il più importante e quello che più di tutti ha influito nel cambiamento del mondo della cinofilia. Un solo nome che racchiude tutto un programma: Facebook!
Parlando con amici d’infanzia, i quali ora sono diventati allevatori affermati, sono rimasto stupito di quanto anche loro abbiamo compreso il ruolo che questo famoso Social Network abbia assunto nel danneggiare irrimediabilmente il nostro mondo cinofilo. Nel giro di pochissimi anni abbiamo assistito ad una repentina distruzione di una mentalità, soggiogata dall’era dei “facebookkiani”.
Vi siete mai chiesti chi saremo se per assurdo venisse spento Facebook o sparisse per sempre il mondo virtuale?
Io rimarrei io, … non otterrei sicuramente la stessa velocità di diffusione dei successi del mio allevamento, ma continuerei a portare avanti la mia passione, esattamente come facevo quando l’era dei social non era arrivata. Per me, come per molti altri, il problema non sussiste, anzi, ne trarrei solo vantaggi forse.
Il problema verrebbe fuori per chi è “nato” durante il mondo monopolizzato da Facebook. Facebook ha cambiato il mondo, lo sappiamo… ma vi siete mai chiesti se in meglio o in peggio? E’ sicuramente un mezzo eccezionale e rivoluzionario, ma purtroppo usato in maniera sbagliata. Vi sono alcune persone che hanno costruito la propria immagine solo basandosi sui Social.
Anni fa lessi un articolo molto interessante di uno studioso tedesco (del quale purtroppo non ricordo il nome), il quale suggeriva di spegnere tutta la “rete” per almeno 5 anni, in modo tale da permettere all’umanità di “sfogare” la propria creatività nell’arte o in altre risorse ed attività espressive.

Cosa succederebbe? ve lo dico io: un nuovo Rinascimento.

esemplare cane antico firenze esposizioneEsemplare di Alano tigrato, esposto a Firenze nel 1975 (foto di Massimo Vinattieri).

Un tempo la cinofilia era un punto d’interesse, le esposizioni erano puro agonismo e anche un ricettacolo di cultura cinofilia, dove potevi apprendere tutto in “materia canina”, dall’anatomia alla genetica, perché vi erano persone d’esperienza, disposte anche a spiegare e diffondere il loro sapere. Certamente vi erano anche allora le lotte per vincere, le sfide, le invidie, le critiche, e via dicendo… ma il tutto si limitava a quel luogo, a quella esposizione, a quel momento.
Ora non vi è più limite. “Polemica” è diventato il sinonimo universale di “Cinofilia”. Benvenuti nell’era di Facebook.
Con facebook hanno avuto voce in capitolo tutti, e sono stati sdoganati coloro che, in condizioni normali, non sarebbero mai emersi e non avrebbero mai avuto un ruolo da protagonista in una era senza il web. La “cinoFollia” la chiamo io ironicamente. Inconcepibile per me pensare che vi sono persone che trascorrono il proprio tempo ad osservare e criticare ciò che stanno facendo altri.
La rivoluzione di Facebook è stata rapida, ed ha disintegrato ogni valore custodito gelosamente da decenni dagli allevatori della “vecchia scuola”, quei valori dettati dal rispetto nei confronti dei colleghi, dal rispetto dell’altrui operato, e dal limitare l’agonismo alla gara stessa, quasi con la parziale consapevolezza di rendere la partecipazione ad una esposizione uguale ad entrare per poche ore in un mondo parallelo, libero da quei problemi di ogni giorno che tanto ci affliggono.
Tutto questo con Facebook è scomparso. Tutti siamo sotto gli occhi di tutti, 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno. “Se si usa facebook si deve accettare questo controllo, se non si usa facebook si è praticamente morti” – questo il pensiero di un allevatore moderno.
E’ diventato quasi impossibile trovare persone obiettive, che sanno essere autocritiche, persone che veramente hanno coltivato la cultura cinofila a 360° e che non sono figli del mondo virtuale, dominato dalle comunità facebook nelle quali si impartiscono scuole di pensiero che deturpano questo mondo, una volta immune a certe diffamazioni.
Manca la razionalità e mancano le conoscenze, siamo diventati pigri, sicuri del fatto che tutto può essere appreso stando davanti ad un monitor, compresi i metodi di allevamento. AAAAHHH BLASFEMIA! L’esperienza sul campo è la principale fonte di istruzione!!! Facebook questo concetto lo ha cancellato dalla faccia della terra.
Prendiamo le esposizioni di cui abbiamo tanto parlato; una volta vincere in esposizione era il principale obiettivo per un cinofilo, per svariati motivi: perché le esposizioni erano un modo per confrontarsi, perché era la gratificazione ultima di una serie di sacrifici, perché le esposizioni erano anche una valida “vetrina” per chi doveva cedere i propri soggetti; adesso vincere le esposizione non ha più quel significato. Conosco molti allevatori che non hanno mai fatto una esposizione in vita loro e che nonostante ciò, tramite i social, riescono a vendere i propri cuccioli senza grossi problemi, conferma del fatto che anche ai fini commerciali facebook ha imposto il proprio potere. La parola “vittoria” è stata sostituita da un’altra molto più inquietante: “aggiornamento“.
Sembra che si vada in esposizione non più per cercare il confronto o la sfida, ma per poi avere del materiale da condividere… Un’assurdità direte voi? Lo è anche per me, eppure signori è proprio così.

Tutti siamo stati colpiti e presi da questa nuova tecnologia, e non nego che anche io sono rimasto affascinato da questo nuovo mondo, in cui tutto è condivisibile, tutto è visibile, tutto è possibile, ma non posso fare a meno di rimpiangere tempi passati, dove ho trascorso la mia infanzia, quando andare in esposizione era quasi sinonimo di festa e non di fatica.
Questi a mio parere sono i 4 fattori che più di ogni altro hanno influito su questo cambiamento radicale di un mondo cinofilo, a me caro, che probabilmente, nonostante il mio essere diverga dalle mode, dall’iper-tecnologismo, e da tutto ciò che è “Social”, non lascerò mai.

allevamento cani ring onore expo canina anni 70Un gruppo di allevamento nel ring d’onore di una Expo’ Canina degli anni ’70 (foto di Massimo Vinattieri).

Federico Vinattieri è un appassionato allevatore cinofilo, ornitofilo e avicoltore (titolare Allevamento di Fossombrone – www.difossombrone.ithttp://lupi.difossombrone.ithttp://ornitologia.difossombrone.it). Curriculum vitae >>>