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Brucellosi

di Filippo Saglimbeni


 


Germi di Brucella abortus
A destra germi di Brucella abortus da essudato cotiledonare – A sinistra germi di Brucella abortus in terreno di coltura (foto Istituto Zooprofilattico di Barcellona Pozzo di Gotto – Sicilia)


 


La brucellosi è una complessa entità morbosa degli animali, a decorso ordinariamente cronico e con sintomatologia a carico sopratutto degli organi genitali: aborto, metriti, orchiti. Causata da un gruppo di batteri affini le brucelle, è trasmissibile all’uomo, nel quale il decorso è per lo più acuto con febbre intermittente. La brucellosi viene chiamata anche aborto epizootico, o malattia di Bang nei bovini, melitococcia negli ovi-caprini, febbre mediterranea nell’uomo.


Storia


Il nome brucellosi deriva dallo studioso Bruce, medico inglese che nel 1887 studiando una malattia infettiva nell’isola di Malta, scoprì il primo germe di questo gruppo, da dove deriva appunto il nome Brucella melitensis. Dieci anni dopo questa scoperta un altro studioso di medicina veterinaria di nome Bang, studiando l’aborto infettivo delle vacche, isolò il germe che dimostrò essere l’agente causale dell’infezione. Nel 1918 una batteriologa americana la Evans mise in evidenzia le strettissime analogie morfologiche, culturali, sierologiche e patogene di tali germi.


Diffusione geografica


La brucellosi si diffuse in tutto il mondo e continuò sempre più ad aumentare, specialmente per quanto riguarda l’uomo. Ciò ha indotto molti Stati a creare degli speciali istituti col compito esclusivo di studiare questa infezione, anche in Italia a Pisa, dove ancora oggi esiste.


Eziologia


I singoli rappresentanti del gruppo sono:
– Brucella melitensis
– Brucella abortus
– Brucella suis


Caratteristiche comuni


Tutte le brucelle hanno forma cocco bacillare, asporigine e immobili, Gram Negativi. Non producono vere e proprie esotossine ma soltanto endotossine.


Caratteristiche differenziali


Si accennano soltanto quelli più notevoli. Esigenza di CO2.
RESISTENZA
Le brucelle sono notevolmente resistenti. Nell’ambiente esterno possono rimanere vive e virulenti per parecchio tempo, dato che resistono 4 mesi alla putrefazione. La luce solare diretta è capace di ucciderli in pochi minuti.
RECETTIVITA’
Gli animali domestici più sensibili all’infezione sono: gli ovi-caprini, bovini,e suini. La recettività della brucellosi è in stretto rapporto con l’età, i soggetti giovani sono poco sensibili e lo diventano ancora di più nella pubertà. I diversi tipi di brucella non hanno la stessa azione patogena nei riguardi degli animali e dell’uomo, il tipo abortus è molto patogeno negli animali sopratutto nei bovini e meno nell’uomo, mentre il tipo melitensis è meno patogeno negli animali che nell’uomo.
EPIZOOLOGIA
Così in Italia Meridionale che peninsulare predomina la melitensis, e gli animali maggiormente colpiti sono i caprini meno gli ovini e i bovini. In Italia Settentrionale predomina invece il tipo abortus, ed i più colpiti sono i bovini.
FONTI DI CONTAGIO
La più grave è rappresentata dalla femmina che abortisce perché le brucelle si trovano in grande numero nei liquidi e nelle membrane fetali. Dopo l’aborto i germi continuano ad essere eliminati dalla vagina, ma di solito per pochi giorni soltanto alla durata dello scolo vaginale. L’animale infetto elimina inoltre le brucelle con emuntori naturali: urine e latte, dove i germi si mantengono virulenti dai 2 ai 5 mesi.
PERMANENZA DEI GERMI NELL’AMBIENTE
Le brucelle non si moltiplicano all’esterno degli animali, sono però molto resistenti, agli agenti atmosferici.
TRASMISSIONE DEL CONTAGIO
In ambiente infetto il contagio viene trasmesso in maniera diretta,per contatto dell’animale sano con quello ammalato, sia in maniera indiretta per contaminazione dei mangimi, dell’acqua del letame, dei pascoli. Può anche avvenire la trasmissione per mezzo di insetti ematofagi specialmente tafani.
PATOGENESI
Le brucelle arrivano nei linfonodi, e da qui nel sangue ove però rimangono pochissimo tanto da non determinare di norma disturbi apprezzabili Nell’uomo i germi rimangono più a lungo determinando la febbre intermittente. Nell’utero gravido le brucelle aggrediscono prima gli epiteli di rivestimento della mucosa uterina, villi placentari e corion che cadono via via in necrosi degenerano, e proprio in questo stato che prolifera la brucella. Altri punti di elezioni sono costituiti sopratutto dalle mammelle nelle femmine e dai genitali nei maschi, di conseguenza reni e ghiandole surrenali, milza e borse sinoviali. I germi scompaiono dall’utero dopo 2-3 settimane dall’aborto. Il periodo di incubazione varia dalle 6 settimane ai 6 mesi.
SINTOMATOLOGIA E ANATOMIA PATOLOGICA
Nelle femmine le brucelle causano sopratutto l’aborto, ritenzione della placenta e sterilità. Quanto ai maschi causano: orchiti ed epididimite cronica. Accompagnati da artriti e sinoviti, si osservano soprattutto negli equini ma anche negli ovini.
DIAGNOSI
Nei bovini l’aborto si manifesta tra il 4 e 8 mese di gravidanza mentre negli ovi-caprini tra il 3 e il 4 mese di gravidanza, nelle scrofe tra la 12 e la 16 settimana. La brucella è diagnosticabile tramite le prove sierologiche.
TERAPIA E ANTIBIOSI
Acido fenico, glicerina, acqua distillata.


Filippo Saglimbeni, laureato in Medicina Veterinaria presso l’Università degli Studi di Messina, è specializzato in malattie infettive e abilitato alla professione di Medico Veterinario.


 






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