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L’Orso Marsicano

Ursus arctos marsicanus Altobello, 1921

di Eugenio Di Zenobio

Orso Marsicano
Orso Marsicano

Distribuzione
Un tempo diffuso in gran parte dell’Europa, dalla penisola iberica fino alla Russia, l’orso bruno aveva una buona diffusione anche nell’Europa meridionale. Per quanto riguarda l’Italia era presente su tutta la catena alpina e in buona parte di quell’appenninica. Nel corso dei secoli a causa della persecuzione dell’uomo, la sua distribuzione è andata man mano riducendosi fino a sopravvivere solo nelle estreme Regioni settentrionali della Scandinavia, nelle regioni montuose dei Balcani e dell’Europa centro meridionale. Attualmente la specie è presente in Europa settentrionale (precisamente in Finlandia, Norvegia, Svezia e Russia) e in Europa orientale (Polonia, ex Cecoslovacchia, e sui Balcani). In Italia sono presenti due popolazioni disgiunte di orsi: una alpina ed una appenninica, quest’ultima costituente una sottospecie differenziata, denominata marsicana. La popolazione alpina è presente nel Parco Adamello-Brenta e nell’area del Tarvisiano. Grazie a interventi di reintroduzione operate dall’uomo sull’arco alpino e all’ingresso di individui provenienti dalla ex Jugoslavia, l’orso bruno sta riconquistando il suo antico areale alpino. La sottospecie marsicana è invece da sempre presente sui monti d’Abruzzo, da dove non si è mai estinto. Più esattamente l’istituzione del Parco Nazionale d’Abruzzo avvenuta nel 1922 ha salvato la specie dall’estinzione. Infatti l’orso marsicano era ormai sulla soglia dell’estinzione per la caccia incontrollata di quel tempo, che lo aveva portato a sopravvivere con pochi individui. Ma l’istituzione del Parco, avvenuta proprio per salvare gli ultimi orsi e camosci d’Abruzzo rimasti, ha consentito la sopravvivenza della specie non solo sui monti marsicani (da cui il nome “marsicanus”), che da sempre costituisce un importante habitat riproduttivo, ma anche sugli altri gruppi montuosi dell’Appennino centrale. La specie è infatti presente sulla Majella, sul Gran Sasso, sul Sirente-Velino, così come sui monti Simbruini e sui monti Sibillini. E’ un fatto straordinario che nel 2000 in una Europa così fortemente sovrappopolata e industrializzata, possa ancora (speriamo per sempre !) trovare spazio un animale grande e selvatico come l’orso marsicano. Certo, in questo ultimo decennio non se la sta passando un gran che bene…

Identificazione
L’orso bruno marsicano è il più grande carnivoro d’Appennino. Gli adulti sono inconfondibili per le loro dimensioni e per la loro corporatura. Il muso è allungato, le orecchie corte e tondeggianti, gli occhi piccoli, la coda è ridotta e seminascosta nella pelliccia. La colorazione del mantello è di norma marrone, ma può variare dal bruno rossiccio a tonalità quasi nere. La colorazione non è comunque omogenea, con possibili zone più chiare in genere sulle spalle e sul garrese. Questa variabilità individuale nel colore del mantello fa si che un esemplare sembra cambiare colore nel corso della giornata. Lo stesso orso a seconda dell’illuminazione o se il pelo è asciutto o bagnato, può sembrare una volta grigio chiaro, altre bruno-rossastre, altre volte addirittura nero.
Le principali differenze morfologiche tra i due sessi sono rappresentate dalle dimensioni, più ridotte nella femmina. Il maschio può arrivare a pesare fino a 250 Kg, la femmina invece non supera i 150 Kg. Queste differenze non sono tuttavia così evidenti soprattutto se l’animale si trova ad una certa distanza. Inoltre il peso varia soprattutto a seconda della stagione, ed è più elevato in autunno quando gli orsi, per prepararsi al letargo invernale, trascorrono gran parte del tempo ad alimentarsi; mentre è minimo in primavera, alla fine del letargo.
La differenza tra i due sessi non è riconoscibile a distanza, essendo in Natura difficilissimo determinare il sesso. A meno che non si ha la fortuna di osservarlo da vicino e a lungo, in buone condizioni di visibilità. Esistono però grosse differenze rappresentate dal maschio, che ha il capo più largo e massiccio.
L’habitat dell’orso marsicano è quello forestale, dai 600 metri ai 2000 metri. Predilige l’ambiente di bosco dove svolge gran parte dell’attività ma può adattarsi a vari ambienti purchè offrano le risorse ad esso necessario: luoghi di rifugio e cibo. In genere in primavera preferisce le zone di fondovalle mentre al sopraggiungere dell’estate raggiunge le aree boscose più elevate; a inizio autunno scende ai bordi inferiori del bosco, mentre in inverno sale nelle zone più alte alla ricerca della tana dove svernare.

Orso Marsicano
Orso Marsicano

Biologia
L’orso è un animale molto timido, solitario, di abitudini notturne crepuscolari. Di natura molto mobile, arriva a coprire distanze giornaliere di 100 Km ! Infatti l’orso non è un specie territoriale, è un animale errante, di natura solitaria. Solo nel periodo della riproduzione (Maggio-Giugno) si possono vedere individui nelle stesse aree, mentre per il resto dell’anno vivono isolati. Gli home -range (area dove l’animale vive, si riproduce, si alimenta) dei diversi individui possono infatti sovrapporsi e frequentare le stesse aree anche se in periodi diversi. Le dimensioni dell’home-range della femmina sono di circa 50-100 Km/2, mentre per il maschio è di 200-400 Km/2. Questo fa capire di quanto spazio necessita l’orso per vivere…
Gli orsi raggiungono la maturità sessuale a circa 4-5 anni, la femmina è destinata a diventare madre prima non avendo competizioni particolari. Invece il maschio anche se si trova nell’età riproduttiva deve sottostare alle regole di selezione e confrontarsi quindi con gli altri maschi adulti. Le femmine si accoppiano solo ogni 2-3 anni partorendo i piccoli alla fine dell’inverno (Gennaio). Nell’orso marsicano gli scontri non sono mai mortali, limitandosi spesso a ruggiti di forza. Anche se nella primavera del 2009 nel Parco Nazionale d’Abruzzo è stato accertato per la prima volta un  caso in cui una femmina di orsa con il suo piccolo è stata uccisa da un grosso maschio adulto. Ciò è avvenuto nel normale ciclo biologico e naturale della specie dove mamma orsa per difendere il suo cucciolo è caduta anche lei sotto i colpi del maschio.
I cuccioli di orso marsicano nascono nella metà tra Dicembre e Gennaio, e pesano appena 400 grammi. Sono quindi completamente dipendenti dalla madre che li nutre con un latte molto ricco di grassi e sostanze nutritive. In primavera, quando abbandonano la tana, pesano già 2-3 Kg e restano con la madre per 3 anni durante i quali la femmina non si riproduce. L’orso va in letargo per un motivo molto semplice: perchè in inverno non ha da mangiare. A dire il vero nell’orso parlare di “letargo” non è propriamente esatto. Infatti l’orso nella sua tana invernale non cade in un sonno profondo fino a primavera ! Bensì vengono ridotte al minimo le sue funzioni vitali, il battito cardiaco e il respiro rallentano, il metabolismo si riduce e la temperatura corporea si abbassa.
Infatti anche in pieno inverno può accadere che un individuo esca dalla tana per qualche ora per poi farvi rientro, anche se fuori ci sono metri di neve. Lo stesso non può dirsi per la femmina con i cuccioli, dove mamma orsa li tiene bene al caldo sotto la sua folta pelliccia.. L’ibernazione dell’orso è quindi un adattamento straordinario alla carenza di cibo del periodo invernale che gli consente di superare l’inverno grazie alle scorte di grasso accumulate durante la stagione estiva. Nella tana la temperatura corporea degli orsi scende di 4 gradi sotto quella normale ed essi non mangiano, non bevono e non mostrano nessuna attività percepibile. Negli uomini l’inattività porterebbe ad un’atrofia dello scheletro, che perde calcio, e dei muscoli in cui si riduce il numero e la dimensione delle cellule. Uno studio condotto da Henry J. Harlow dell’Università del Wjoming ha scoperto che ciò non avviene nell’orso. Dopo 4-5 mesi di inattività, l’orso perde solo il 23% delle sue forze ; mentre un essere umano ne perderebbe il 90 % ! Questo è stato spiegato dal fatto che l’orso riesce a mantenere la contrazione muscolare prendendo l’azoto dall’urea e riutilizzarlo nella sintesi delle proteine. Inoltre gli orsi esercitano i loro muscoli mediante piccole contrazioni anche durante il periodo di ibernazione.  
L’orso marsicano è una specie onnivora; la sua dieta si basa infatti prevalentemente su risorse vegetali (radici, bacche, frutta, germogli) e viene integrata con cibi di origine animale aventi maggiore contenuto proteico (insetti, piccoli vertebrati, carogne). Molto rari sono i casi di predazione, per lo più si ciba di animali trovati morti. Ha bisogno di grandi quantità di cibo soprattutto prima dello svernamento dovendo accumulare il grasso che fornirà le energie necessarie al superamento dell’inverno.

Segni di presenza
I segni che si possono rinvenire e che documentano il passaggio di un orso sono: orme, escrementi, unghiate sugli alberi, ciuffi di pelo, grosse pietre rivoltate alla ricerca di insetti, giacigli e tane. I più tipici e anche i più facili da individuare sono: gli escrementi, masse voluminose fino a 700 gr che contengono in genere resti di vegetali e bacche; e le orme che sono le tracce più caratteristiche. Dato il peso dell’animale, le orme restano ben impresse sul terreno fangoso o nevoso. Tipica è l’impronta della zampa posteriore dove appoggia sul terreno tutta la pianta del piede (da cui il nome di plantigrado).
L’orso marsicano è anche una specie “ombrello”, vale a dire che la presenza dell’orso in un area è indice di buona conservazione dell’ambiente. E’ infatti ai vertici della piramide ecologica e proteggere l’orso vuol dire proteggere indirettamente l’ambiente naturale nella sua integrità.

Orso Marsicano
Orso Marsicano

Il futuro dell’orso marsicano
L’Ursus arctos marsicanus, dicevamo prima, non se la passa un gran che bene. L’unico suo nemico -da sempre- è rappresentato dall’uomo. L’uomo che sta facendo di tutto (a suo dire !!) per salvarlo dall’estinzione è al tempo stesso anche responsabile della sua drastica riduzione numerica. Continuando così tra qualche decennio, potremo dire addio al nostro caro amico orso marsicano. Perderemo così un patrimonio naturale, culturale e storico inestimabile, una specie “bandiera”, simbolo della Natura. Non a caso è stato preso a simbolo del Parco Nazionale d’Abruzzo e del Parco Regionale Sirente-Velino. Perchè ciò non avvenga occorrerebbe prendere serie e coraggiose azioni di tutela, che fino ad oggi solo in parte si sono intraprese. Il problema vero e unico per la sopravvivenza della specie è rappresentato dalla frammentazione del suo habitat. In un territorio così fortemente antropizzato com’è quello abruzzese, l’orso si è visto frazionare sempre di più quello che da sempre era il suo habitat naturale. Il suo ambiente è minacciato sempre più da nuove strade, case, bacini sciistici, progetti di nuovi impianti di risalita (sempre all’orizzonte), e dalla caccia ancora consentita nella zona di protezione esterna del Parco Nazionale d’Abruzzo. A questi problemi se ne aggiunge un altro, quello degli escursionisti indisciplinati. Per fortuna negli ultimi anni l’Ente Parco Naz. d’Abruzzo ha regolamentato il flusso escursionistico nelle aree di maggior presenza del plantigrado, dopo aver accertato che flotte di escursionisti erano soliti andare fuori sentiero alla ricerca dell’orso. Per poter osservare l’orso in Natura e in tutta sicurezza, è consigliabile servirsi di una Guida Naturalistica che meglio conosce le abitudini dell’orso e gli ambienti del Parco.
Ma quanti sono gli orsi marsicani ? Bella domanda !  Diciamo subito che la maggiore concentrazione di U. a. marsicanus si ha ancora oggi sulle montagne del P.N.A. dove da sempre costituisce l’habitat più idoneo e favorevole alla conservazione della specie. Presenze stabili si hanno anche nel Parco Nazionale della Majella, nel Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, e nel Parco Regionale Sirente-Velino. Negli ultimi anni la sua presenza stabile è stata accertata anche sui Sibillini. Numerosi sono stati gli studi per accertarne la consistenza numerica (alcuni tuttora in corso), ma ad oggi il numero preciso della popolazione di U. a. arctos marsicanus non si conosce. Sulla base delle mie esperienze, delle mie conoscenze di campo, e sui dati che di tanto in tanto vengono divulgati dai soggetti preposti alla conservazione naturalistica, la popolazione di orso marsicano -nel suo attuale areale di distribuzione- è di 40-50 individui.
Un numero basso, troppo basso per la sopravvivenza della specie.

Weekend con l’Orso Bruno Marsicano – Parco Nazionale d’Abruzzo
26-27 settembre 2009 >>>

Eugenio Di Zenobio, laureato in Giurisprudenza, si dedica da anni allo studio ed alla salvaguardia del Camoscio d’Abruzzo, al quale ha dedicato un interessante sito web: www.camosciodabruzzo.it

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