Copertura dei ghiacciai alpini

Il cambiamento climatico e il riscaldamento globale stanno provocando pesanti conseguenze sui ghiacciai alpini che, secondo gli esperti, sono destinati a scomparire al di sotto dei 3.500 metri di quota. Tra il 1850 e il 1975 i ghiacciai delle Alpi hanno perso circa la metà del loro volume; il 25% della restante quantità si è sciolto tra il 1975 e il 2000 e il 10-15% nei primi 5 anni del nostro secolo. E il ritiro dei ghiacciai è continuato anche negli ultimi anni, anche quando nelle annate con abbondanti precipitazioni nevose invernali, a causa delle elevate temperature estive. I ghiacciai dell’Adamello hanno subito una progressiva riduzione di spessore pari a 10-12 metri dal 2016 ad oggi. Per rallentare questo fenomeno, su alcuni ghiacciai con rilevante importanza turistica, si è iniziato ad intervenire stendendo, alla fine della primavera, dei teli geotessili allo scopo di mantenere una temperatura inferiore al di sotto, riflettendo la luce solare e riducendo così la temperatura della neve.

Marco Salvaterra, laureato in Scienze agrarie presso la Facoltà di Agraria di Bologna, già docente di Estimo ed Economia agraria all’Istituto Tecnico Agrario di Firenze.

Paesaggi rurali storici

Dal 5 al 7 novembre 2021 si è tenuto a Firenze il primo congresso nazionale dei paesaggi rurali storici italiani, focalizzato sull’accoppiamento paesaggio-prodotti agricoli; le sessioni interattive aggregavano i siti per prevalente produzione vitivinicola, olivicola, policolturale o diversa (es. castanicola, cerealicola). Si intendono infatti valorizzare i siti iscritti al registro nazionale grazie alla menzione sull’etichetta del prodotto, incrementandone il valore aggiunto con una speciale narrazione, con l’offerta di esperienze di degustazione, nella ristorazione, in eventi fieristici e presso produttori agrituristici, e con specifiche misure agroambientali di sviluppo rurale. A conclusione del congresso i partecipanti hanno sottoscritto una lettera di impegno alla costituzione dell’Associazione Paesaggi Rurali Storici Italiani e all’istituzione del relativo Comitato Promotore, iniziativa riservata non assimilabile ai processi partecipativi previsti dalla Convenzione europea del Paesaggio, che invece prevede il coinvolgimento non solo delle categorie dei produttori, bensì anche dei fruitori dei paesaggi in qualità di abitanti e di semplici visitatori…

Paolo Degli Antoni: Laurea in Scienze Forestali, conseguita presso la facoltà di Agraria dell’Università di Firenze. Abilitazione all’esercizio della professione di Agronomo-Forestale. Già funzionario C.F.S. e collaboratore della Regione Toscana, è socio corrispondente dell’Accademia Italiana di Scienze Forestali, scrive contributi scientifici di ecologia del paesaggio, biodiversità, storia, arte e antropologia del bosco. Suo oggetto privilegiato di ricerca è la rinaturalizzazione spontanea dei terreni abbandonati, in campagna e in città.

Qualità del paesaggio

L’Istituto di ricerca Eurac si è interrogato su possibili rapporti tra paesaggio e soddisfazione della popolazione locale e dei visitatori, in una prospettiva di turismo sostenibile. In particolare per l’Alto Adige si mettono a confronto la diversità del paesaggio con l’intensità turistica. Come indicatore di diversità paesaggistica si sceglie l’indice di Shannon applicato all’uso del suolo, caratterizzato da valori compresi tra 0 e 1. I valori massimi si raggiungono nei Comuni delle Alpi retiche e delle Dolomiti, ma anche in quello poco alpestre di Proves, quelli minimi in Comuni vallivi, ma anche in celebrate località dolomitiche. L’assunto sotteso è dichiarato nelle parole: “la diversità e la ricchezza strutturale dei paesaggi sono direttamente proporzionali alla bellezza scenica del panorama alpino, mentre ampie zone omogenee incidono negativamente sul grado di percezione della bellezza paesaggistica….

Paolo Degli Antoni: Laurea in Scienze Forestali, conseguita presso la facoltà di Agraria dell’Università di Firenze. Abilitazione all’esercizio della professione di Agronomo-Forestale. Già funzionario C.F.S. e collaboratore della Regione Toscana, è socio corrispondente dell’Accademia Italiana di Scienze Forestali, scrive contributi scientifici di ecologia del paesaggio, biodiversità, storia, arte e antropologia del bosco. Suo oggetto privilegiato di ricerca è la rinaturalizzazione spontanea dei terreni abbandonati, in campagna e in città.

Mezzadria toscana

Si fa risalire l’inizio della mezzadria al IX secolo, quando i feudatari affidano le loro terre alle categorie più umili richiedendo in cambio servigi e parte della produzione; i contratti di mezzadria si consolidano nel periodo dei Comuni e delle Signorie, parallelamente al primo consistente sviluppo demografico. Il proprietario concede un appezzamento di terra in coltivazione a una famiglia di contadini, dividendo a metà spese e ricavi (prodotti agricoli e di allevamento); la superficie agraria – coltivi e pascoli – è commisurata ai fabbisogni alimentari della famiglia del mezzadro (per la sua metà) e costituisce il cosiddetto “podere” che, nel tempo, è integrato con casa colonica, stalla, fienile e altre strutture agricole. In Toscana, la mezzadria ha interessato circa il 60% della regione, seguendo lo sviluppo di Firenze, Arezzo, Prato e Pistoia e poi con la parte dei territori di Pisa e Siena rivolti verso Firenze; sono le zone più urbanizzate e popolate, prevalentemente collinari, vocate alla coltura di vite, ulivo e cereali

Fabio Cappelli: laurea in Scienze forestali (Università di Firenze), abilitazione alla professione di agronomo-forestale. Ex Funzionario C.F.S., Socio corrispondente dell’Accademia Italiana di Scienze Forestali. Durante la professione si è occupato di selvicoltura privata e della gestione di Riserve naturali e Foreste demaniali statali. Autore di libri e pubblicazioni di tipo scientifico e divulgativo in materia di boschi, territorio e ambiente.

Paesaggio apuano

Il territorio attuale della Toscana è il risultato di accadimenti politico-militari succedutisi nel corso dei secoli; esso presenta ancora oggi segni delle più antiche civiltà che lo hanno modellato: gli Etruschi, gli Umbri in Casentino e Valtiberina, i Liguri sui rilievi a nord dell’Arno, dalla Lunigiana alla Montagna pistoiese, nella porzione più piovosa dell’Appennino, con gradiente termico accentuato; in pochi Km si passa dal clima mediterraneo a quello gelido e nevoso dell’Appennino. La civiltà romana impose la caratteristica maglia quadrangolare alla limitazione dei campi nelle piane, anche su terreni bonificati a seguito del prosciugamento di paludi, rimpaludatisi nell’alto medioevo, e fondò nuove città in pianura. Le civiltà barbariche, in particolare quella longobarda, confermarono alcuni modelli insediativi precedenti, fondando nuovi centri abitati sui rilievi. I caratteri insediativi e colturali di certe aree si sono conservati anche in età moderna, per esempio ispirando i fondatori ex novo di Castagno di Piteccio (PT) nel XVII secolo…

Paolo Degli Antoni: Laurea in Scienze Forestali, conseguita presso la facoltà di Agraria dell’Università di Firenze. Abilitazione all’esercizio della professione di Agronomo-Forestale. Già funzionario C.F.S. e collaboratore della Regione Toscana, è socio corrispondente dell’Accademia Italiana di Scienze Forestali, scrive contributi scientifici di ecologia del paesaggio, biodiversità, storia, arte e antropologia del bosco. Suo oggetto privilegiato di ricerca è la rinaturalizzazione spontanea dei terreni abbandonati, in campagna e in città.

Gli importanti cambiamenti nel paesaggio, soprattutto in quello costiero, avvenuti nell’ultimo secolo…

Paolo Degli Antoni: Laurea in Scienze Forestali, conseguita presso la facoltà di Agraria dell’Università di Firenze. Abilitazione all’esercizio della professione di Agronomo-Forestale. Già funzionario C.F.S. e collaboratore della Regione Toscana, è socio corrispondente dell’Accademia Italiana di Scienze Forestali, scrive contributi scientifici di ecologia del paesaggio, biodiversità, storia, arte e antropologia del bosco. Suo oggetto privilegiato di ricerca è la rinaturalizzazione spontanea dei terreni abbandonati, in campagna e in città.

Nel 1872, sorse in Portici, la Reale Scuola Superiore di Agricoltura alla quale venne assegnata come sede il Palazzo Reale di Portici insieme al suo parco ed i suoi giardini. La reggia di Portici fu edificata fra il 1738 ed il 1742 per volere di Carlo III di Borbone su progetto dell’architetto romano Antonio Canevari. Il sito reale venne poi ampliato da Ferdinando IV e Gioacchino Murat ma conobbe poi un periodo di decadenza iniziato con la caduta dei Borbone nel 1860 che portò all’alienazione di tutte le suppellettili e reperti archeologici provenienti dagli scavi di Ercolano. Alla Reggia era annesso un parco di circa 36 ha, impiantato su una colata lavica del 1631 ed ottenuto mediante l’esplosione di dinamite…

Eugenio Cozzolino: Laurea in Scienze Agrarie, conseguita presso la facoltà di Agraria dell’Università di Napoli “Federico II”. Abilitazione all’esercizio della professione di Agronomo. Componente della “Lista nazionale degli ispettori preposti al controllo degli enti od organismi riconosciuti idonei ad effettuare le prove ufficiali ai fini della registrazione dei prodotti fitosanitari” istituita dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Dipendente dal 1987 nel ruolo tecnico del Mipaaf e successivamente come Collaboratore tecnico nei ruoli del CRA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura) divenuto CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) a partire dall’anno 2015. È autore di un centinaio di pubblicazioni scientifiche e divulgative.

Sempre più forte il cambio di rotta sull’agricoltura intensiva, a causa delle critiche sostenute da alcune categorie di consumatori…

Michele Rollo, laureato in Tecnologie delle Produzioni Animali presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, attualmente iscritto al corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie delle Produzioni Animali.

ruralità urbana ambiente città

Il grande sviluppo della ruralità urbana nelle periferie romane…

Franco Paolinelli è laureato in Scienze forestali presso la facoltà di Agraria di Firenze. Si occupa di verde urbano, con particolare attenzione a due temi: alberi in città ed agricoltura urbana, argomenti che ha approfondito con un Master nell’1984 presso la Faculty of Forestry di Toronto ed un altro, nel 2006, presso la Facoltà di Scienze Agrarie nell’Ateneo della Tuscia. Ha avviato, e dirige, la rete di operatori S.A.P. (Silvicultura Agrocultura Paesaggio) e il progetto “Valorizzazione del Legno degli Alberi di Città”.

progetto cibo trento

I cambiamenti nei consumi alimentari dei trentini durante il lockdown…

Francesca Forno è responsabile scientifico del progetto Nutrire Trento e docente di sociologia dei consumi, Università di Trento.

Una completa presentazione delle metodologie che puntano a quantificare gli impatti ambientali degli allevamenti…

Silvio Franco, Professore associato in Economia Agraria, è docente di Marketing e di Mercati Agroalimentari presso l’Università della Tuscia”.