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di Cristiano Papeschi

Esemplare femmina di Argiope bruennichi
Esemplare femmina di Argiope bruennichi (foto C. Papeschi)

Molti di noi hanno avuto il piacere di incontrare questo magnifico ragno nei propri orti durante tutta l’estate… alcuni lo hanno guardato con curiosità, altri con un po’ di diffidenza e qualcuno anche tanta con paura! Un ragno affascinante ed elegante sia per i colori che per la caratteristica posizione che assume sulla ragnatela. Ma è giusto temere questo aracnide? In realtà no!
Al di là del fatto che tutti i ragni possiedono una certa quantità di veleno, indispensabile per cacciare e nutrirsi, e che quindi non devono essere disturbati, non tutti sono aggressivi ed ancor meno sono in grado di provocare un danno serio e reale nell’essere umano. Per cui è necessario sfatare qualche mito, sia per la nostra tranquillità che per l’incolumità di Argiope bruennichi, questo il nome del ragno che andremo a conoscere meglio.

Aspetto

Il dimorfismo sessuale è molto marcato. La femmina, quella che siamo abituati ad osservare e a riconoscere senza dubbio, ha un corpo lungo tra i 2 e i 3 centimetri, piuttosto tozzo, con il prosoma (parte anteriore) di colore bianco e dall’aspetto vellutato e l’opistosoma (porzione posteriore) dalle tipiche striature bianche, gialle e nere che le hanno valso, nel tempo, diversi appellativi quali ad esempio quello di “ragno vespa”. Le striature sono presenti anche sugli arti. Il maschio è invece meno appariscente, di dimensioni molto più ridotte e dai colori poco vistosi, tanto da sembrare, ad un occhio inesperto, appartenente ad un’altra specie. A. bruennichi appartiene alla famiglia Araneidae ed è diffuso in tutta l’Europa ad eccezione dei Paesi settentrionali dove le temperature sono sensibilmente più basse.

Comportamento

A. bruennichi tesse la sua tela, di dimensioni notevoli visto che può coprire diverse decine di centimetri quadrati di superficie, utilizzando come impalcatura strutture vegetali (rovi, robusti fili d’erba, piante, ecc.) tra le quali tesse i resistentissimi fili. Il ragno vespa predilige i luoghi caldi e soleggiati e la sua attività si svolge prevalentemente durante il giorno. La ragnatela di questa specie possiede un disegno a zig-zag che si irradia dal centro, il cui significato è ancora incerto. A. bruennichi, una volta concluse le opere di ingegneria, risiede al centro della tela in attesa di una possibile preda: quando questa rimane impigliata il ragno la raggiunge per avvolgerla in un abbondante bozzolo. Questo splendido ragno ha una vita piuttosto breve: vede la luce del sole per la prima volta in primavera, si accoppia nel mese di agosto e depone numerose uova all’interno di ovisacchi (sacchi di tela prodotti da lei stessa) dove queste completeranno il loro sviluppo e dalle quali usciranno i giovani ragni che, a causa delle temperature più basse dell’autunno e dell’inverno, rimarranno all’interno del “contenitore” per proteggersi dal freddo fino all’anno successivo, momento nel quale usciranno per iniziare una vita libera. Al termine della stagione calda la femmina adulta muore, affidando così la propria discendenza a quegli ovisacchi che ha prodotto durante la sua breve vita.
L’accoppiamento si svolge rapidamente ed è il maschio a raggiungere la femmina all’interno della ragnatela di questa; non appena avvenuta la fecondazione il maschio, di dimensioni ridotte, viene generalmente divorato dalla compagna.

Rapporto con l’uomo

Nonostante i colori vivaci, che in natura corrispondono molto spesso ad un’elevata pericolosità, questo ragno difficilmente morde l’essere umano ed il suo veleno non è particolarmente tossico (a meno che non si sia allergici). Il morso provoca comunque dolore, considerando che la pelle viene bucata dagli appuntiti cheliceri dell’aracnide ed una sostanza irritante, il veleno per l’appunto, viene iniettato provocando una reazione cutanea non molto diversa da quella conseguente al pizzico di un’ape. Questo ragno, piuttosto che attaccare l’eventuale disturbatore, preferisce dissuaderlo facendo vibrare la propria ragnatela che eventualmente abbandona in caso di insuccesso per darsi alla fuga. Il morso viene riservato esclusivamente alla preda o a situazioni di reale pericolo. Chi scrive ha potuto osservare A. bruennichi sia in Toscana che nel Lazio, notando una particolare predilezione di questo per i filari di pomodori, i rovi, le siepi, ed i campi di erba medica. Camminando in estate sui terreni incolti ricoperti di bassa vegetazione spontanea non è difficile imbattersi nel ragno vespa che tesse la sua tela, generalmente, poco distante dal suolo e se non si pone un briciolo di attenzione si rischia di distruggere involontariamente la sua “casa”.

Cristiano Papeschi, esperto in coniglicoltura, è laureato in Medicina Veterinaria all’Università di Pisa. Curriculum vitae >>>

 

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