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di Arianna Spada

SISTEMATICA
Classe Mammiferi
Ordine Roditori
Famiglia Hystricidae
Genere Hystrix
Specie Hystrix cristata, L. 1758

CARATTERISTICHE DELLA SPECIE
L’Istrice, Hystrix cristata (L. 1758), divide con il castoro (80-100 cm ed i 25-35 kg) il primato di rappresentare in Europa il Roditore di maggiori dimensioni, può raggiungere infatti 50-70 cm di lunghezza e 10-15 kg di peso.
La peculiarità di questa specie è quella di avere dorso e coda rivestiti di aculei, strutture rigide ed appuntite a bande nere-marroni e bianche, che utilizza come armi di difesa (Foto 1 e 2).
Un tempo si credeva che fosse in grado di lanciare i suoi aculei a breve distanza per colpire ciò che lo atterriva. In realtà, quando questo animale si sente minacciato, si irrigidisce e gli aculei si ergono sul dorso a formare una sorta di “corazza” protettiva. Essi sono debolmente inseriti nella pelle e, una volta infilzatisi in un altro corpo, possono staccarsi facilmente. Raramente le ferite inferte dagli aculei provocano la morte istantanea dell’animale colpito, ma sono molto pericolose, perché tendono a provocare gravi infezioni, che, se non curate, possono portare alla morte.
Gli aculei della coda sono diversi dai precedenti, poiché sono corti e cavi, hanno la forma di un calice e vengono chiamati “aculei della sonagliera”. L’istrice li fa vibrare, così da produrre un caratteristico suono, simile ad un tintinnìo, che, unitamente a soffi e grugniti, serve a spaventare chiunque gli si avvicini.
Le restanti parti del corpo sono ricoperte da pelo marrone scuro su ventre e zampe, e da setole grigie e bianche sul collo, che vanno a formare la criniera.

Aculei di Istrice

Aculei di Istrice
Foto 1 e 2 – Gli aculei di istrice possono arrivare a 40 cm di lunghezza

L’Istrice è un animale solitario, che può anche vivere in piccoli gruppi famigliari, ed è attivo prevalentemente di notte o nelle ore crepuscolari. Durante il giorno riposa all’interno di tane che può costruire interamente da solo, grazie ai sui robusti arti, dotati di forti artigli, oppure adattare a partire da cavità naturali o da tane precedentemente utilizzate da altre specie, in genere tasso e volpe.
Questo rifugio diventa particolarmente importante nel periodo invernale, quando l’Istrice vi passa la maggior parte del suo tempo.
Questa specie non presenta fasi letargiche, ma trascorre l’inverno riposando all’interno della tana ed uscendo solo nelle giornate più calde.
Quest’ultima è costituita da due o più stanze collegate tra loro da una serie di corridoi ed è fornita di più ingressi (generalmente da 1 a 4), costituiti da fori del diametro di 20-60 cm.
L’istrice si nutre prevalentemente di tuberi, cereali, frutti, radici, bulbi e cortecce, molto raramente può cibarsi anche di insetti, piccoli anfibi e resti di animali morti.
L’ambiente ideale per questa specie è quello della macchia mediterranea, anche se, grazie alla sua spiccata adattabilità, lo si può trovare anche in zone dove a coltivi si alternano zone boscose o cespugliose.
Il periodo degli amori è la primavera, dopo l’accoppiamento maschio e femmina allestiscono dentro la tana una stanza destinata al parto, che preparano portandovi all’interno muschio e foglie per renderla più confortevole. Alla nascita i cuccioli, generalmente da 1 a 4 per parto, presentano gli occhi aperti e gli aculei ancora morbidi; questo è il momento più delicato della loro vita, perché possono essere predati, soprattutto da rapaci. Entrambi i genitori  collaborano nell’allevamento della prole, che resta con loro fino all’età di tre mesi, durante questo periodo i cuccioli vengono svezzati ed imparano dai genitori il necessario per vivere autonomamente.

Tana di Istrice
Foto 3 – Tana di Istrice costruita in una faggeta a partire da una cavità naturale

Tana di Istrice
Foto 4 – Ingresso tana: il foro di ingresso delle tane di istrice può avere un diametro che varia dai 20 ai 60 cm, in quest’immagine è di circa 30 cm

DISTRIBUZIONE DELLA SPECIE
L’Hystrix cristata (L. 1758), è una specie presente in Africa centro-settentrionale ed in Europa, dove la sua distribuzione riguarda però solo l’Italia peninsulare, la Sicilia e l’Isola d’Elba.
L’origine della popolazione italiana è alquanto discussa, poiché i reperti fossili ritrovati danno conferma della presenza della specie fino al tardo Pleistocene, dopodiché due sono le ipotesi sostenute:
– la prima è che la specie si sia estinta nell’ultimo glaciale, per essere poi nuovamente introdotta in età romana con esemplari provenienti dall’Africa;
– la seconda è che si tratti di una presenza autoctona e che non si sia mai estinta.
Nella nostra penisola la specie occupa l’area che si estende dall’Italia meridionale fino all’ Emilia-Romagna.
Recentemente però l’Istrice ha conosciuto una notevole espansione verso Nord che l’ha portato ad ampliare il suo areale di distribuzione dall’Italia centro-meridionale fino alla Liguria occidentale, alla Lombardia sud-orientale (LAVEZZI, 1999; GHEZZI & LAVEZZI, 2004) ed al Veneto meridionale (AMORI & CAPIZZI, 2002).
La recente espansione dell’Istrice può essere spiegata considerando una serie di fattori: lo status di specie protetta, il progressivo abbandono delle coltivazioni nelle aree montane e collinari e il riscaldamento climatico. Tutti questi fattori, insieme alla grande adattabilità della specie, hanno permesso all’istrice di trovare nuove aree dove insediarsi.
È bene precisare però che, sebbene sia una specie protetta ai sensi della L. 11/02/1992 n. 157, quindi non cacciabile, e sia iscritta all’Allegato II della  Convenzione di Berna e come tale inserita tra le “specie faunistiche assolutamente protette”, attualmente questo animale viene ancora cacciato illegalmente, poiché le sue carni sono ritenute una prelibatezza.
Oltre al già citato bracconaggio, la causa più frequente di mortalità per questa specie sono gli impatti con le autovetture, dato significativo se si considera che questo animale in natura non ha praticamente predatori e quindi il suo “peggior nemico” è rappresentato dall’uomo.
A questo punto è importante inoltre ricordare che l’Istrice è inserito nell’Allegato 4 della Direttiva Habitat 92/43/CEE, come “specie di interesse comunitario che richiede una protezione rigorosa”.

L’ISTRICE NEL VENETO ED IN PARTICOLARE NELLA PROVINCIA DI VERONA
In Veneto la comparsa dell’Istrice risale al 1986, data della prima segnalazione riguardante la specie in Provincia di Verona (DE FRANCESCHI, 2002), a cui seguì il ritrovamento di un individuo morto sulla statale Romea, presso Lova (VE), nell’inverno 1988-89 (BON et al., 1993).
Successivamente, a partire dalla fine degli anni Novanta, la presenza della specie è stata segnalata con una certa continuità in Regione, nelle aree planiziari della provincia di Rovigo (BON, 2001; VERZA, 2005), e nelle aree collinari delle Province di Verona (DE FRANCESCHI, 2002) e Vicenza (BON et al., 2006).
Recenti studi condotti dal Museo Civico di Storia Naturale di Verona hanno permesso di produrre una sintesi di tutti i dati riguardanti la presenza della specie in questa provincia a partire dagli anni Ottanta. Inoltre attraverso la consultazione con il Corpo forestale dello Stato ed il dialogo con veterinari ed associazioni ambientaliste operanti su tutto il territorio provinciale è stato possibile aggiungere ai dati storici di presenza altri nuovi dati.
Tali studi hanno permesso di evidenziare come proprio nella Provincia di Verona a partire dal 1986, data della prima segnalazione nota in tutto il Veneto, si siano susseguite altre segnalazioni della specie fino ai giorni nostri che ne hanno confermato la presenza sul territorio.
In particolare sono stati trovati individui morti, aculei, impronte e sono anche documentati casi di scontri con cani (L’Arena, 18 Agosto 2004).
La continuità temporale riscontrata nell’analisi delle segnalazioni raccolte sino ad oggi e la conferma dell’attività riproduttiva della specie, ottenuta grazie al rinvenimento di un istrice in età sub-adulta (Foto 5), hanno permesso di ipotizzare che la presenza della specie sia attualmente stabile su questo territorio e che non si debba più attribuire ad individui in fase di dispersione.
Tutte le segnalazioni note mostrano come essa occupi soprattutto la parte Nord- Est della Provincia di Verona, arrivando fino ad alcune aree della Lessinia.
È importante infine precisare che oltre alla Provincia di Verona anche quella di Rovigo, di Vicenza e di Venezia a partire dagli anni Novanta sono state interessate dall’arrivo di questa specie, documentato attraverso il ritrovamento di individui morti ed aculei (SPADA et al., 2007; LATELLA et al. 2007).

 Giovane istrice
Giovane istrice ritrovata in Provincia di Verona

SINTESI DI ALCUNE CARATTERISTICHE DELLA SPECIE

 Nome  Hystrix cristata,  L. 1758
 Lunghezza  50-70 cm
 Lunghezza coda  5-10 cm
 Peso  10-15 kg
 Altezza alla spalla  15-25 cm
 Periodo degli amori  Primavera
 Gestazione  90 gg
 N. cuccioli-parto  1-4
 Svezzamento  60 gg
 Maturità sessuale  9-12 mesi

BIBLIOGRAFIA
– AMORI G. e CAPIZZI D. (2002) – Istrice Hystrix cristata Linnaeus, 1758. In: Spagnesi M. De Marinis A.M. (Editors). Mammiferi d’Italia. Quaderni di conservazione della Natura , 14, Min. Ambiente – Ist. Naz. Fauna Selvatica, Bologna: 209-210;
 
– BON M., BORGONI N., RICHARD J., SEMENZATO M. (1993) – Osservazioni sulla distribuzione della teriofauna nella Pianura Veneta centro-orientale. Bollettino del Museo Civico di Storia Naturale di Venezia, 42 (1991):165-193;

– BON M. (2001) – Segnalazione di Hystrix cristata L., 1758 in Provincia di Rovigo. Bollettino del Museo Civico di Storia Naturale di Venezia, 51 (2000) 2001: 157-158;

– BON M., LATELLA L., LONGO L.  e SALMASO R. (2006) – Status dell’istrice, hystrix cristata Linnaeus, 1758 nel Veneto (Mammalia, Rodentia). Bollettino del Museo Civico di Storia Naturale di Verona, 30: 279-282;

– DE FRANCESCHI P. F. (2002) – Prime segnalazioni di Hystrix cristata Linnaeus, 1758 in Provincia di Verona. Bollettino del Museo di Storia Naturale di Verona, 26, 2002, Botanica zoologica: 137-138;

– GHEZZI D. & LAVEZZI F. (2004) – Recenti segnalazioni relative a cinque specie di mammiferi in provincia di Cremona. Pianura, N. 18/2004: 147-154;

– LAVEZZI F. (1999) – Prima segnalazione di Istrice (Hystrix cristata) in Provincia di Cremona. Pianura, N. 11/1999: 177-179;

– SPADA A., LATELLA L., SALMASO R., BON M., 2007 – Prima prova di riproduzione di Istrice, Hystrix cristata Linnaeus, 1758, in Veneto – Atti del V Convegno dei Faunisti Veneti, Legnaro (PD), 12-13 maggio 2007;

– LATELLA L., SALMASO R., SPADA A., 2007 – L’istrice in provincia di Verona e sui Monti Lessini – La Lessinia -Ieri oggi domani, n°30, Anno 2007:47-50 pp.;

– SPADA A. – L’istrice – VB Nature-Bimestrale di ambiente, cultura, viaggi e sport, n° 3, anno VI: 26-31 pp.;

– VERZA E. (2005) – Contributo alla conoscenza della teriofauna in provincia di Rovigo. Atti IV Convegno dei Faunisti Veneti. Natura Vicentina, 7 (2003): 215-222

Arianna Spada ha conseguito la laurea Magistrale in Scienze Naturali – Università degli Studi di Padova: Corso di Laurea in Scienze Naturali con indirizzo “Conservazione della Natura e delle sue risorse”. Autrice di diverse pubblicazioni, ha svolto diverse esperienze lavorative e collaborazione tecniche soprattutto in campo ambientale e paesaggistico. Curriculum vitae >>>

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