Condividi l'articolo
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  

di Francesco Sodi

La Melanzana (Solanum melongena L.) fa parte della famiglia delle Solanacee.
È una pianta annuale a ciclo estivo, molto coltivata in tutte le regioni italiane per i suoi frutti di colore bianco avorio, giallo o violetto più o meno intenso, che si consumano quando sono immaturi, cucinati in diverse maniere.

Fiore di Melanzana
Fiore di Melanzana varietà Linda F1 (foto Francesco Sodi)

Coltivazione
La coltivazione della melanzana è molto semplice. È necessario tenere presente che essa vegeta solo se la temperatura si mantiene abbastanza alta di giorno e di notte.
La semina si fa generalmente in cassone riscaldato, in gennaio-febbraio, usando 1,5g di seme per ogni m2 di semenzaio, da cui si può ottenere un numero di piantine sufficienti per la piantagione di 100 m2 di terreno. È da tenere presente che il seme di due anni ha una facoltà germinativa superiore a quello di 1 anno.
La semina può essere fatta anche più fitta, spargendo 2,5g di seme per m2 di semenzaio. In questo caso è necessario ripicchettare le piantine in vivaio sempre in cassone riscaldato, mettendo le piantine possibilmente in contenitori di cartone o di terra cotta prefabbricati, in ciascuno dei quali si dispone una piantina.
Il trapianto a dimora si fa in piccoli solchetti tracciati alla distanza di 70 cm e mettendo le piante lungo la fila a 50 cm e concimandolo con letame in ragione di 400-500 quintali ad ettaro e con concimi chimici fosfopotassici in ragione di 120-160 unità di anidride fosforica, e 240-320 unità di ossido di potassio ad ettaro, riservando la concimazione azotata alla fase vegetativa delle piante, escluso il momento della fioritura. I quantitativi di azoto da somministrare devono essere fissati attraverso un’accurata sperimentazione nelle zone di coltivazione.

Cultivar
“Violetta lunga migliorata delle cascine”. Pianta vigorosa molto produttiva, frutto allungato, violetto un po’ claviforme.
“Violetta lunga napoletana”. Simile alla precedente, molto vigorosa e produttiva, precocissima.
“Violetta lunga palermitana”. A frutto di grande dimensioni, allungato, claviforme, di colore violetto scuro.
“Violetta nana precoce”. A frutto più piccolo delle precedenti ma molto precoce.
“Mostruosa di New York”. Cultivar a frutto enorme, di forma caratteristica a borsetta, colorita di un bel violetto più o meno intenso.
“Tonda comune di Firenze” o “Melanzana violetta pallida”. Di origine ibrida che si è imposta sul mercato di Firenze per i suoi frutti rotondeggianti a polpa compatta, pochissimo acida e con pochissimi semi, epidermide viola chiaro caratteristica.
“Bianca ovale”. Varietà a frutto bianco avorio, generalmente poco coltivata in Italia.
Altre varietà di un cero interesse orticolo sono la “Melanzana tonda violetta della Cina” e la “Violetta tonda comune”.
Per la coltura forzata si preferiscono gli F1: “Claudia Hybride F1”, “Baluroi”, “Caminal”, “Sirma hybrid F1”. Questa ultima non è soggetta alla colatura dei fiori, temibile nelle colture in serra.

Coltura forzata
Può essere a ciclo estivo invernale, in serra calda, a ciclo autunno-primaverile, a ciclo primaverile-estivo.
I procedimenti sono molto diversi da zona a zona, da regione a regione.
In Sicilia, nelle migliori condizioni, la coltura si svolge completamente in serra o in tunnel freddi, coperti con P.V.C. la semina è fatta a settembre, in fertil-pot da 8 cm. Il trapianto in novembre. Raccolta: fine febbraio. Varietà coltivata: Claudia hybride F1. produzione circa 400 quintali a ettaro. Si ricorre a riscaldamento di soccorso solo in casi eccezionali.
A Latina la coltura è fatta seguendo due stadi: produzione delle piantine, messa a dimora e allevamento e sfruttamento della coltura.
Produzione delle piantine: si fa la semina a ottobre, in serra riscaldata (ottimo di temperatura per la nascita 28°C, al buio, seme pregerminato), su un substrato costituito da un miscuglio di terra morbosa, sabbia e letame ben maturo, tutto disinfestato. Alla temperatura optimum, la nascita della piantina avviene in 8-10 giorni. A questo punto si dà luce e si porta la temperatura a 18-24°C.
Ripichettamento: verso i primi di gennaio si fa il “ripichettamento”. A questo proposito si prepara il miscuglio costituito da 2 parti di terra torbosa una parte di letame ben maturo, una parte di sabbia di fiume, tutto accuratamente mescolato e disinfestato. (Si aggiunga 600-700 grammi di perfosfato minerale e 300 grammi di calce per ogni bigoncia di miscuglio, circa 36 litri).
In mancanza di letame si può usare la torba. Si distende il tutto, su un cassoncino, costruito in serra su uno strato di sabbia o di tabelloni per uno strato di 8-10 cm, si lascia rassodare, quindi si taglia in riquadri di 8 x 8, usando un coltello a disco che si fa scorrere entro un’apposita guida multipla, in maniera che si formino tanti cubetti dove sì “ripichettano” le piantine. Si producono così piantine molto robuste, che vivono su un grosso “pan di terra” tenuto insieme dall’azione collante del letame e dell’argilla e da un grosso capillizio di radici, per cui possono essere messe a dimora addirittura quando hanno già i primi fiori senza che risentano affatto del trapianto a dimora. Il ripicchettamento può essere fatto anche in altri contenitori.
Piantagione: può essere fatta da gennaio a febbraio, a seconda del tipo di serra che si ha a disposizione e alla zona dove si opera.
Il riscaldamento, nel caso di necessità, è fatto con stufe ad aria calda.
La raccolta può iniziarsi verso la metà di aprile.
Nel caso si vogliano ottenere prodotti meno anticipati, la piantagione si ritarda a marzo se si fa in pieno campo, proteggendola con semplici tunnel di polietilene o P.V.C. la raccolta, in questo caso, può ritardare fino alla metà di maggio.

Pianta di Melanzana
Pianta di Melanzana varietà Linda F1 (foto Francesco Sodi)

Avversità
La melanzana soffre per gli abbassamenti di temperatura che ne arrestano lo sviluppo. Tra le malattie può provocare dei seri danni la peronospora che si combatte con trattamenti a base di poltiglia bordolese o cuprorganici. Tra gli insetti la Dorifora (Leptinotarsa decemlineata) che si combatte con irrorazioni di appositi prodotti che si trovano sul mercato.

Frutto di Melanzana
Frutto di Melanzana varietà Linda F1 (foto Francesco Sodi)

Raccolta
La raccolta si fa scalarmene quando i frutti sono ancora immaturi.
Qualora i prezzi delle ultime raccolte risultassero poco rimunerative, si possono ringiovanire le piante con un’opportuna potatura, con una forte concimazione azotata e irrigazione in modo da ottenere un prodotto tardivo, sempre ben valutato.

Francesco Sodi si è diplomato presso l’Istituto Tecnico Agrario di Firenze. Selezionatore e allevatore di avicoli, responsabile tecnico dell’azienda agricola “Podere l’Uccellare” nel Chianti Classico, è iscritto al terzo anno del corso di laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie presso l’Università di Firenze.

image_pdfimage_print

Condividi l'articolo
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •