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di Elena Nelli, Francesco Sodi e Marco Caldelli

Un’azienda zootecnica produce bovini da carne acquistando i capi a 5-6 mesi di età e rivendendoli al peso di 480-500 Kg. Il candidato descriva sinteticamente i caratteri di una razza italiana adatta a tale tipo di produzione, illustri gli incrementi ponderali nei diversi periodi dell’allevamento e definisca le necessità alimentari connesse a tali periodi, sintetizzandole in UF quotidiane e indicando i contenuti proteici “pro die” indispensabili.
2007 – Sessione ordinaria (Corso Sperimentale – Progetto “CERERE UNITARIO
Moduli: Valorizzzazione della produzione animale, Agroambientale, Agroindustriale, Vivaismo e colture protette)

La razza impiegata in questa azienda è la Maremmana.
La razza Maremmana è discendente dalla razza grigia della steppa o Podolica che si è diffusa in una vasta area dell’Europa. Viene allevata nelle zone della maremma Toscana e Laziale. Occupava le attuali aree di allevamento fin dal tempo degli Etruschi, è espressione dell’adattamento alle condizioni dure e primitive di vita cui è stata sottoposta. Difatti è razza rustica e frugale, resistente alle malattie e alle vicissitudini climatiche, che si adatta ai foraggi scadenti (cannuccia palustre): una somma di qualità che, unite ad una robusta conformazione, ne fanno una eccezionale razza da allevare in ambienti marginali, allo stato brado. Come in tutte le razze di origine Podolica i vitelli nascono col mantello fromentino che conservano fino a 3 mesi e che, dopo, rinnovandosi il pelo, diventa grigio. Quindi, il mantello da adulti è di colore grigio con tendenza al grigio scuro nei maschi, che nel complesso appaiono molto più scuri sul treno anteriore che in quello posteriore, mentre è più chiaro nelle vacche fino a divenire bianco con l’avanzare dell’età. Cute elastica e nera che le permette di adattarsi bene a condizioni climatiche avverse e resistere molto bene alle malattie. La pigmentazione nera è evidente sul  musello, cavità orale, fondo dello scro-to, nappa della coda, unghioni. Ha testa leggera e piccola che consente alle vacche di partorire vitelli senza necessità del veterinario. Le corna sono lunghissime (70 cm), sottili con sezione circolare e a forma di mezzaluna nei maschi e di lira nelle femmine. Il collo è corto e muscoloso nel toro, lungo e leggero nella vacca in entrambi la  giogaia è sviluppata. Il garrese è muscoloso, particolarmente nel toro. La statura media al garrese è di 150-155 cm nei tori, e 140-145 nelle vacche.. Dorso e lombi lunghi e larghi con linea dorso-lombare piana, ten-dente all’orizzontale. Il bovino maremmano ha uno sviluppo scheletrico imponente, che conferisce all’animale un aspetto di grande solidità e robustezza: aspetto che è reso mae-stoso dallo sviluppo del treno anteriore con torace ampio, alto e profondo. Gli arti sono solidissimi, le articolazioni lunghe e robuste, gli unghioni di eccezionale durezza. La mammella ben sviluppata e vascolarizzata con tessuto elastico e spugnoso. I quarti sono regolari con capezzoli ben diretti e di giuste dimensioni per l’allattamento. Il bovino maremmano è di temperamento vivace ed energico. È razza longeva ma tardiva, raggiungendo la pienezza di sviluppo somatico a 6-7 anni di età. Lo standard della razza prevede un peso minimo di 500 kg per i maschi e di 350 kg per le femmine a 24 mesi.
Brillanti risultati si hanno con l’incrocio della razza Maremmana con razze da carne soprattutto con tori di razza Chianina o Charolais che permettono di ottenere ottimi soggetti da macello sfruttando da una parte le caratteristiche “carnaiole” della razza paterna e dall’altra la rusticità, la fertilità e la capacità materna della Maremmana. Oggi non è più impiegata per il lavoro agricolo ma è ancora molto apprezzata la sua rusticità e capacità di adattarsi alle risorse naturali di ambienti scarsamente dotati. La buona produzione lattea delle vacche maremmane, poi, assicura ai propri vitelli, nei primi 5 mesi di  allattamento, oltre il chilogrammo di accrescimento giornaliero. Tenendo le fattrici costantemen-te all’aperto e con piani alimentari econo-mici sfruttando risorse foraggere e sottoprodotti alimentari altrimenti non utilizzabili, ed applicando pre-cisi programmi d’incrocio con seme di tori di razze specializzate da carne, la Maremmana è la razza più adatta per l’allevamento linea vacca-vitello, per la produzione di vitelli d’incrocio da destinare all’ingrassamento. L’allevamento in purezza di razza deve comunque essere portato avanti secondo precisi programmi selettivi, al fine di mantenere il patrimonio di base.

 

Le vacche maremmane hanno un interparto sui 15 mesi mentre la “riforma” è mediamente sui 13 anni di età, dopo una carriera produttiva di circa 9 anni con la produzione di non meno di 7 vitelli. La percentuale delle nascite è circa dell’80%.
I vitelli in purezza nella fase d’ingrassamento partono da un peso di 270 kg per arrivare ad un peso finale di 518 kg con un incremento giornaliero di circa 1 kg con un indice di conversione alimentare espresso in UF/Kg di peso vivo di 6,8. Con una resa percentuale a caldo del 57%. Per quanto riguarda il meticcio che è il più utilizzato per l’ingrasso, in questa tipologia d’allevamento, nell’incrocio Charolais per Maremmana, i vitelli iniziano la fase di ingrasso con un peso di 290 Kg ed hanno un peso finale di 590 Kg con un incremento giornaliero di circa 1,2 Kg ed un indice di conversione alimentare espresso in UF/Kg di peso vivo pari a 5-6 ed una resa percentuale a caldo del 60%.

In quest’azienda vengono acquistate vitelle, derivanti da incrocio tra toro Charolais X Maremmane, svezzate all’età di sei mesi che hanno un peso medio di 200 Kg e si ingrassano fino al peso medio di 490 Kg. La metodologia d’allevamento consiste in recinzioni fisse che delimitano aree di 1000 m2 dove sono stazionati circa 20 capi a cui vengono somministrate in due razioni -giornaliere.
Nel primo periodo di accrescimento da 200 a 340 Kg vengono somministrate 5 UFC con una quota proteica pari al 17% con la seguente composizione nutrizionale,

ed il seguente razionamento calcolato su peso vivo medio del periodo pari a 275Kg con rapporto foraggio/concentrato 48/51.

Nel secondo periodo di accrescimento dai 340 ai 490 kg vengono somministrate 6,70 UFC con una quota proteica pari al 14,5 % con la seguente composizione nutrizionale.

Il razionamento è calcolato su un peso vivo medio di 415 kg con rapporto foraggi/concentrati 45/55

Con questo razionamento, sia del primo periodo che del secondo otteniamo un accrescimento di 1,2 Kg/gg.
La somministrazione dell’alimento viene effettuato sotto forma di unifeed per evitare che gli animali scelgano gli alimenti da loro preferiti presenti nella razione portando così a squilibri nella dieta e disomogeneità del prodotto finale. Le due razioni giornaliere sono d’identica misura.
Gli alimenti sono prodotti all’interno dell’azienda con un acquisto del 30 % all’esterno secondo l’andamento stagionale.
Questo tipo di gestione alimentare si sussegue per 8 mesi (240 gg) al fine di arrivare al nostro peso di macellazione desiderato pari a 490 Kg. In corrispondenza di questo peso gli animali avranno un’età di 14 mesi con carni già mature e pronte alla macellazione grazie anche alla precocità della Maremmana che conferisce ottime qualità organolettiche e dietetiche alle carni. Le carcasse avranno una miglior resa alla macellazione, allo spolpo e un miglior indice di grassinatura derivanti dalle caratteristiche del padre.

Elena Nelli, laureata in Tutela e gestione delle risorse faunistiche presso la Facoltà di Agraria di Firenze, è iscritta al corso di laurea magistrale in Agrozootecnia sostenibile. Continua >>>
Francesco Sodi, laureato in Scienze e Tecnologie agrarie presso l’Università di Firenze e iscritto al corso di laurea magistrale in Agrozootecnia sostenibile. Continua >>>
Marco Caldelli, laureato in Scienze e Tecnologie agrarie presso l’Università di Firenze e iscritto al corso di laurea magistrale in Agrozootecnia sostenibile.

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