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di Pasquale D’Ancicco

Con tale definizione si suol indicare le popolazioni caprine autoctone presenti sul territorio Campano prima della massiccia importazione di razze cosmopolite. Vi è un considerevole numero di opere pittoriche del passato che le ritraggono nell’arale campano, così come sono presenti nei presepi antichi napoletani ove gli scrupolosi artisti che illustravano la realtà contadina dell’epoca le hanno ben rappresentate. Alcuni autori parlano di un’unica popolazione primitiva ”Atavica” del centro\sud, che si differenziava in ogni regione per taluni tratti e caratteristiche, ma aveva in comune corna a falce con punte divergenti, mantello lungo, orecchie portate dritte, rusticità e la capacità di sfruttare il pascolo anche in terreni poveri e scoscesi.

statuette capre primitive
Statuette di Capre Primitive in Presepi campani realizzate tra il 1500 ed il 1700

Tale ceppo atavico nell’800 in conseguenza all’importazione di razze estere(Maltesi, Derivate di Siria, Nubiane) avrebbe dato vita all’attuale fenotipo di capra Primitiva(stazza minore, orecchie non più portate dritte, mantello più corto).

capre primitive campane napoli
Capre Primitive Campane, Napoli fine’800, risultava già evidente l’influsso del meticciamento con razze estere; foto”Album Napoli”, Massimo Maraviglia,1998

In seguito, la selezione pastorale e continui incroci con razze più produttive (ma meno rustiche) avrebbero contribuito alla nascita di altre popolazioni caprine del sud Italia (Cilentana, Garganica, Napoletana).

L’areale di diffusione della Primitiva Campana consiste negli appennini campani e relativi comuni pedemontani durante il periodo invernale; in precedenza tale popolazione era presente anche in zone pianeggianti e collinari, ove attualmente sono state sostituite dalle più produttive Saeen e Camosciate.

capre matese colorazione fulva
Capre del Matese in colorazione fulva, foto Pasquale D’Ancicco

La primitiva campana è caratterizzata da profilo fronto\nasale rettilineo, stazza media, corna

generalmente presenti, a falce, lunghe e divaricate, presenta tettole e barba in entrambi i sessi, orecchie di media lunghezza e semi-pendenti, altezza al garrese 85 cm nei maschi e 75 cm nelle femmine, il peso si aggira sui 70 kg nei maschi, 60 nelle femmine. Manto lungo sul corpo, pelo raso sulle zampe; in genere i maschi hanno manto monocolore, mentre le femmine possono avere striature o macchie bianche. Un eventuale opera di ri-selezione volta al recupero delle caratteristiche della Primitiva Atavica prevederebbe la scelta di soggetti di stazza medio\grande, con orecchie portate dritte e mantello provvisto di pelo particolarmente lungo. Si tratta di una popolazione a duplice attitudine con produzione di circa 300 L di latte annui, la carne la si ottiene dai capretti dai 10 Kg in su. Razza rustica e frugale, come detto è allevata per lo più in zone di montagna ove sfrutta il pascolo in zone scoscese e spoglie, ben si presta all’allevamento semibrado, solo in inverno la sua dieta viene integrata con fieno, avena ed altri foraggi locali.

A seconda dell’areale ove viene allevata ha assunto varie denominazioni e diverse caratteristiche:

Capra del Matese (di Caserta): diffusa su Monti e paesi pedemontani del parco del Matese che geograficamente comprendono alto casertano, comunità montane del Titerno(BN) e basso Molise. Il mantello è nero o fulvo\brunastro monocolore con le femmine che possono aver macchie bianche su muso, fronte, regione sovraorbitale e zampe che possono essere anche totalmente bianche; è la popolazione che meglio ha conservato le caratteristiche della Primitiva “Atavica”.

capra matese campana colorazione nera nere
Capre del Matese in colorazione nera (foto di Pasquale D’Ancicco)

– Valfortorina : localizzata nelle comunità montane dell’Alto Tammaro e Val Fortore in provincia di Benevento al confine con la provincia di Campobasso. Generalmente è acorna, il manto può esser fulvo macchiato di bianco oppure nero sporcato di fulvo con macchie e striature bianche su orecchie, orbite, muso e zampe totalmente bianche. La sua origine pare legata ad incroci tra capra primitive locali con Alpine e Maltesi.

Capra Valfortorina
Capra Valfortorina, foto “Atlante delle razze autoctone” (A.Zanon e D.Bigi, 2008)

– Capra di Salerno (dei monti Picentini): allevata sui monti Picentini, a cavallo tra le provincie di Avellino e Salerno. Il mantello si presenta nero con ampie zone fulve, nelle femmine vi è traccia di bianco su orecchie, occhi, muso e zampe.

capra di salerno campania campana
Capra di Salerno, foto archivio CNR

– Capra Caudina : diffusa sui monti del Partenio(AV), Taburno(BN) e relative zone pedemontane che racchiudono la Valle Caudina; a seconda della colorazione e delle caratteristiche ha assunto nel gergo pastorale diversi nomignoli dialettali :

– Verdesca : ,mantello nero\grigio scuro
– Cardella : manto grigio
– Sguizzera : mantello nero con tracce bianche
– Russagna : manto fulvo
– Cuscia : soggetti acorni
– Manduta : esemplari dal mantello molto lungo
– Rasizza : animali dal manto mediamente lungo

capra caudina
Capra Caudina, foto e soggetto di Antonio Esposito

Si ringrazia per le foto e la consulenza storica : Antonio Esposito

Pasquale D’Ancicco, presidente Razze Autoctone Campane e consigliere AIFAO.
E-mail:
pasqualedancicco@live.it

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