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di Paolo Pecchioli

Giardino Corsi  Firenze
Giardino Corsi – Firenze

OPERAZIONI DI PREIMPIANTO
Le operazioni di preimpianto si articolano in:
 a) scelta dell’essenza in relazione alle condizioni ambientali
 b) il disegno planimetrico
 c) il disegno volumetrico

a) LA SCELTA DELL’ESSENZA
IN RELAZIONE ALLE CONDIZIONI AMBIENTALI 
Prima di descrivere l’insieme delle operazioni concernenti l’impianto di una siepe, è opportuno procedere ad alcune considerazioni relative alla scelta dell’essenza da utilizzare nell’impianto, il disegno planimetrico e quello volumetrico.
La scelta dell’essenza è sicuramente l’operazione preliminare più importante perchè, da un lato, bisogna  tener presente alcuni fattori ambientali, mentre dall’altro bisogna conoscere le essenze che vogliamo impiantare. Tenendo presenti queste condizioni l’esito finale sarà sicuramente soddisfacente.
LE CONDIZIONI CLIMATICHE
Le condizioni climatiche della zona dove vogliamo impiantare la siepe  sono fondamentali perchè se ci troviamo in una zona  dove gli inverni sono rigidi e sovente si raggiugono basse temperature, essenze come l’oleandro (Nerium Oleander) saranno da scartare, essendo questa una pianta che ama il caldo e che vegeta spontaneamente nel sud Italia. Altre piante come l’alloro (Laurus nobilis) e il pittosporo (Pittosporum tobira) offrono una buona resistenza alle basse temperature, avendo riportato gravi danni soltanto durante l’inverno del 1985, nel corso del quale fu raggiunta una  temperatura minima di molti gradi sotto lo zero. Piante come le Thuja (occidentalis, orientalis, plicata) o il bosso (Buxus sempervirens) hanno una ottima resistenza alle basse temperature: infatti non riportarono nessun danno nemmeno durante quel terribile inverno. E’ comunque il ginepro (Juniperus communis) la pianta che sopporta meglio di tutte i climi rigidi. Infatti il ginepro comune è impiegato per formare barriere in alta montagna. Il ginepro è una pianta particolarmente rustica perchè si adatta a tutti i terreni ed è anche molto resistente alla siccità.
Infatti anche il clima estivo, caratterizzato da una scarsità di precipitazioni, va tenuto in considerazione prima dell’impianto della siepe. Per ovviare al problema di una persistente aridità, si devono  scegliere essenze molto resistenti alla scarsità d’acqua come l’alloro, il pittosporo, il leccio (Quercus Ilex), la lentaggine (Viburnum tinus) e l’ilatro sottile (Phillyrea angustifolia) ecc. Anche il bosso è resistente  all’aridità, però, essendo una pianta con un apparato radicale modesto e superficiale, può dare segni di sofferenza quando l’aridità si prolunga per molto tempo e occorre intervenire con delle abbondanti irrigazioni.

Fiori di Viburno o Lentaggine
Fiori di Viburno o Lentaggine – Viburnum tinus

TERRENI SOLEGGIATI E OMBREGGIATI
E’ importante anche valutare quale sarà l’esposizione alla luce solare cui andrà incontro la zona oggetto del nostro impianto. Infatti, se vogliamo impiantare una siepe in un luogo ombreggiato, ad esempio sotto la chioma di alti alberi, dobbiamo scegliere l’Aucuba  japonica, il Buxus balearica, la Mahonia aquifolium, perchè sono tutte piante che amano  una esposizione semi-ombreggiata o ombreggiata; invece, se la zona dove vogliamo impiantare la siepe è esposta alla luce diretta del sole, dobbiamo scegliere piante come il leccio o la lentaggine o il tamerice comune (Tamarix gallica).
IL TIPO DI TERRENO
E’ importante conoscere anche il tipo di terreno dove impiantare la siepe perchè, se ci troviamo in un terreno argilloso e compatto ci dovremo indirizzare verso essenze come l’Aucuba japonica, la sanguinella (Cornus sanguinea), il bosso (Buxus), la fusaggine (Evonymus europaeus). Se invece ci troviamo in un terreno sabbioso e vicino al mare  dovremo utilizzare piante che sopportano anche la salsedine come il pittosporo, la fotinia (Photinia serrulata), l’olivagno (Eleagnus angustifolia) e il tamerice comune (Tamarix gallica).

Fiori di Pittosporo
Fiori di Pittosporo – Pittosporum tobira

b) OPERAZIONI DI PREIMPIANTO:
SUGGERIMENTI PER LA PROGETTAZIONE PLANIMETRICA DI UN GIARDINO E LA PLANIMETRIA DELLE SIEPI

Questo paragrafo è suddiviso in due parti:
a) progettazione planimetrica
b) assetto delle siepi

Un importante aspetto preliminare è dato dalla progettazione dei disegni planimetrico e volumetrico che le siepi dovranno formare una volta terminata la realizzazione del giardino. Prima però dobbiamo stabilire quale tipo di giardino vogliamo realizzare: se preferiamo avere un giardino di stampo classico, all’italiana o alla francese, ricchi di siepi, oppure se optiamo per uno decisamente più moderno. Le siepi nei giardini di stampo classico sono presenti in gran numero e costituiscono l’attrattiva principale, per le geometrie che disegnano ed i volumi che rappresentano; nei giardini moderni la presenza delle siepi può essere minore e marginale, avendo spesso una funzione marcatamente secondaria. I nostri suggerimenti saranno rivolti alla progettazione e alla realizzazione di giardini di stampo classico, dove la presenza delle siepi è nettamente maggiore. I suggerimenti che verranno dati circa la progettazione planimetrica e volumetrica di un giardino hanno il solo intento di fornire delle idee, degli spunti utili, basati sull’esperienza, a chi volesse cimentarsi nella progettazione del proprio giardino, indipendentemente dalle dimensioni dello stesso, anche se spesso determinate planimetrie e volumetrie sono di possibile realizzazione soltanto in giardini di grandi dimensioni. Non vi è da parte mia l’intento di illustrare gli aspetti architettonici del progetto, per il quale serve l’intervento di un architetto paesaggista.

Riflettere sulla planimetria significa immaginare prima come sarà il giardino, quale disegno vogliamo che la siepe formi, dove tracceremo i vialetti per il passaggio, dove collocheremo piante di particolare pregio ecc. Per realizzare un disegno planimetrico attendibile bisogna, prima di tutto, avere le dimensioni esatte del nostro giardino e riportarle in scala. Dobbiamo inoltre stabilire qual è il punto d’osservazione che renderà meglio fruibile l’architettura del giardino. I punti d’osservazione possono essere interni o esterni al giardino. L’assetto planimetrico è nettamente più godibile da una posizione esterna ed elevata, perchè permette di apprezzarlo nel suo insieme. Però, dato che nella realizzazione dei disegni delle aiuole vengono impiegate essenze di modeste dimensioni, come il bosso, la planimetria è fruibile anche da un punto d’osservazione interno al giardino stesso, anche se da questa posizione sarà meno godibile.
Una volta stabilito qual è il miglior punto di osservazione, possiamo riportarlo sul nostro progetto e da quel punto possiamo tracciare una linea architettonica verticale, che rappresenta il vialetto principale, che metterà in risalto la profondità del giardino. Questa linea potrà essere intersecata da una linea orizzontale, creando nel punto d’intersezione un centro privilegiato, nobile, del giardino, perchè lì sarà guidata l’attenzione dell’osservatore e quindi lì si potranno collocare statue, conche, vasche ecc., intorno alle quali il giardino prenderà forma. A questo punto tracceremo i vialetti secondari che costituiranno, insieme al vialetto principale, l’ossatura del giardino. I vialetti, oltre a condurre lo sguardo verso il punto del giardino che vogliamo porre in risalto, hanno il naturale compito di collegamento tra i vari punti del giardino. Nelle zone non destinate al passaggio, tracceremo il disegno delle aiuole. Le aiuole saranno divise tra loro da spazi sufficientemente larghi, non destinati propriamente al passaggio, ma aventi lo scopo di permettere ai disegni delle aiuole di essere percepite in modo nitido.
Infatti spazi troppo angusti tra le aiuole, oppure aiuole troppo piccole e numerose, fanno si che non riusciamo a distinguere bene il disegno dell’aiuole, o addirittura non riusciamo a cogliere alcun disegno, soprattutto per quelle più distanti. Lo stesso problema può manifestarsi se i disegni sono troppo piccoli. Per sopperire a questo inconveniente potremmo aumentare le dimensioni delle le aiuole più lontane rispetto a quelle più vicine al punto d’osservazione. Avremo così un giardino con forme e proporzioni diverse ma, dal nostro punto d’osservazione elevato ed esterno, esso apparirà perfettamente bilanciato. Questo accorgimento non viene però usato perchè presenta un notevole aspetto negativo. Infatti aumentando le dimensioni delle aiuole più lontane il giardino sembrerà più piccolo, per una illusione ottica. Questo effetto viene sempre evitato dagli esperti paesaggisti. Inoltre, quando il punto d’osservazione si sposta all’interno del giardino, queste grandi proporzioni delle aiuole e dei loro disegni geometrici non sono percepite dall’osservatore, proprio per le loro grandi dimensioni. Quando il progetto verrà eseguito, saranno le siepi a formare il disegno dei vialetti e delle aiuole; queste siepi ornamentali e delimitative saranno quindi costituite da piante di piccola taglia. Queste siepi potranno seguire un andamento rettilineo, curvilineo oppure misto fra i due tipi. Infatti potremmo avere:
 a) siepi rettilinee, atte a valorizzare la profondità del giardino o ad esaltare un aspetto degno di nota del giardino stesso ;
 b) siepi curvilinee, che circondano una determinata area, come ad esempio uno spiazzo circolare, il tronco di un albero o delimitano un’aiuola;
 c) siepi miste, dove l’andamento della siepe non è rivolto a mettere in evidenza un certo dettaglio, ma a creare aiuole con una planimetria di grande fantasia o a realizzare particolari disegni. Queste siepi, molto più di quelle rettilinee o curvilinee, arricchiscono il giardino di geometrie uniche le quali personalizzeranno ancor più il nostro angolo verde.

c) OPERAZIONI DI PREIMPIANTO:
LA FORMA, I PASSAGGI DELLE SIEPI E SUGGERIMENTI PER LA PROGETTAZIONE VOLUMETRICA DI UN GIARDINO
Questo paragrafo è costituito di due punti fondamentali:
a) La forma e dimensioni
b) Progettazione volumetrica

Il disegno volumetrico indica la forma e le dimensioni che daremo alle piante che costituiscono una siepe, una volta che esse abbiano raggiunto  l’altezza desiderata. Questo tema viene incluso tra le operazioni  preliminari perchè esso è strettamente legato alle essenze che verranno impiegate per la realizzazione dei volumi. Ad esempio, se durante la progettazione di un giardino decidiamo di inserire siepi alte e con una  volumetria imponente, dovremo poi orientarci verso piante in grado di assicurare quelle altezze e quei particolari volumi. Se invece vogliamo siepi dalle altezze e dai volumi più modesti, sceglieremo piante con altre caratteristiche.
Il primo aspetto che tratteremo è dato dalla forma, perchè è l’aspetto che viene notato per primo e che contraddistingue una siepe.
Normalmente la forma delle siepi, alte o basse che siano, si presenta squadrata; la sommità può essere squadrata o arrotondata. Osservate nella loro estensione, le sommità delle siepi si presentano un profilo lineare, o raramente ondulato. Siepi così standardizzate danno vita a giardini monotoni, soprattutto se il giardino è molto ricco di siepi. In questo tipo di giardino mancano inventiva, estro, genialità.
Per dare un po’ di dinamismo a siepi molto lunghe e di altezza modesta si preferisce lasciar crescere la siepe in alcuni punti equidistanti fra loro, per creare nuove figure. I rami che si svilupperanno saranno educati per formare nuove figure, geometriche o stilizzate, oppure si potranno intervallare figure geometriche a figure stilizzate. Queste figure intermedie, ricavate dalle siepi esistenti, hanno solo la funzione d’interrompere la monotonia tipica di siepi molto lunghe.
Si può risolvere il problema della monotonia già al momento dell’impianto della siepe. Infatti, possiamo intervallare alle essenze che costituiscono la siepe altre piante, come ad esempio alberelli dotati di una fioritura appariscente, i quali, oltre ad innalzerare il livello della siepe, apporteranno una nota di colore. Gli alberelli saranno piantati ad una distanza idonea perchè possano svilupparsi, ed equidistanti l’uno dall’altro. Inoltre saranno sempre scelti tra piante di modeste dimensioni e dalla chioma leggera, perchè piante dotate di un grande sviluppo non lascerebbero nessuna possibilità di sopravvivenza alla siepe. Una volta impiantati, gli alberelli si svilupperanno fino a raggiungere le dimensioni da noi volute. La siepe, a sua volta, crescendo, nasconderà la parte inferiore del tronco, e sarà lasciata crescere fino al raggiungimento dell’altezza voluta. Comunque, l’altezza della siepe dovrà essere sempre inferiore al punto da cui partono le ramificazioni principali, in modo che entrambe le piante possano svilupparsi liberamente senza ostacolarsi. Una pianta molto utilizzata in questi casi, per la sua abbondante fioritura estiva, è la Lagerstroemia indica.

Nelle siepi alte alcuni metri, per rendere meno monotona la siepe, si possono creare delle aperture, delle “finestre”che serviranno sia da elegante visuale su altre parti del giardino o sull’esterno, sia, più semplicemente, per il passaggio della luce all’interno del giardino. Queste “finestre” possono avere la  forma di “oblò”. Nelle siepi molto alte queste aperture saranno poste verso la sommità e la loro presenza può essere maggiormente evidenziata con un innalzamento del profilo della siepe, in corrispondenza del punto dove si trova l’apertura. Nelle siepi di dimensioni medio-alte, le “finestre” possono essere situate al centro della siepe, senza che questa presenza sia sottolineata da una variazione del profilo generale della siepe stessa.

L’esempio delle “finestre” ci permette di ricordare che nelle siepi si possono creare anche dei passaggi destinati al transito delle persone, passaggi che interrompono la  continuità della siepe stessa. Questi passaggi sono decisamente utili per accedere direttamente in zone del giardino altrimenti raggiungibili aggirando la siepe stessa. L’esempio più semplice di passaggio è quello costituito da una siepe interrotta. In questo caso la siepe termina bruscamente in un punto per riprendere dopo qualche metro. Naturalmente le siepi sono due, accomunate da forma, altezza e volumetria; sembra dunque che il passaggio vada ad interrompere un unica siepe. Nelle siepi medio-alte queste aperture possono essere molto artistiche, assumendo ad esempio le fattezze di una galleria,  poichè il passaggio penetra all’interno della siepe. Queste aperture possono essere isolate oppure ripetersi lungo la stessa siepe, ricordando le arcate di un ponte. Nel caso di aperture in serie, possono essere tutte uguali oppure può essere presente una apertura principale, di maggiori dimensioni, ed altre più piccole poste ai lati della principale. Il profilo della siepe può risentire di questo intervento come no. Infatti questa apertura, soprattutto se isolata, potrebbe essere evidenziata da un’arcata; in altri casi, particolarmente nel caso di aperture in serie,  l’apertura non sarà posta in rilievo e l’altezza della siepe sarà la medesima per tutta la sua lunghezza. Questi passaggi o varchi, che ci permettono di passare attraverso la siepe senza aggirarla, sono molto più belli e artistici quando è minore la loro profondità all’interno della siepe. Infatti queste gallerie per essere ricche di vegetazione anche al loro interno devono ricevere molta luce e non essere troppo anguste, in questo modo la vegetazione si svilupperà anche nelle pareti interne della galleria. 
Però la volumetria delle siepi è importante anche per un altro motivo: perchè essa può dirigere l’attenzione verso un particolare punto del giardino o verso un determinato arredo estetico (statua, vasca ecc.), svolgendo una funzione analoga a quella svolta dalla planimetria, quando le siepi, delimitando i vialetti, guidano lo sguardo verso un determinato punto, conferendo inoltre profondità al giardino. I volumi delle siepi possono essere decisi in base a linee architettoniche che, come nella planimetria, guidano lo sguardo ma in un modo molto diverso. Anche qui la prima operazione da compiere è quella di stabilire qual è il punto d’osservazione da cui il giardino sarà ammirato. Infatti da quel punto partiranno le linee architettoniche destinate a far salire lo sguardo o a farlo scendere. Anche in questo caso, i punti di osservazione del disegno volumetrico possono essere interni o esterni rispetto al giardino stesso. Questa riflessione preliminare ci da la possibilità di porre maggiormente in risalto gli aspetti qualificanti del giardino. Se il punto d’osservazione è interno al giardino e apportiamo alla nostra siepe un particolare taglio (ovvero la potiamo molto in basso, vicino al punto d’osservazione, per essere progressivamente lasciata più alta), lo sguardo sale; questa tendenza dell’occhio umano può essere utilizzata per evidenziare statue, orci, una pianta maestosa posta sullo sfondo, oppure semplicemente per far “uscire lo sguardo” oltre il giardino, verso un panorama molto interessante. Le siepi osservate da questo punto appaiono lineari. Questa potatura, oltre a far salire lo sguardo ed a slanciare la particolare attrattiva, è consigliata per nascondere l’eventuale basamento su cui essa poggia. Le siepi possono essere osservate nel loro movimento ascendente anche lateralmente; in questo caso la loro forma sarà a cuneo, non vedremo una linea ma una superficie. In questo caso vediamo le linee architettoniche partire da punti distanti, per far convergere lo sguardo su un particolare in alto. In questo modo garantiremo a quel particolare di essere sicuramente notato, ed avremo dato al giardino nel suo complesso un effetto assai notevole. Lo studio di linee architettoniche e la visione laterale della siepe trovano una importante applicazione nella creazione delle cosiddette siepi di “chiusura”, quelle siepi che stanno sullo sfondo ed ai lati del giardino per impedire allo sguardo di andare oltre il giardino stesso, per concentrarvi l’attenzione perchè oltre non si trova nulla di interessante e di esteticamente apprezzabile. Per ottenere questo effetto l’altezza architettonica e volumetrica delle siepi impegnate nella “chiusura” dello sfondo del giardino può essere massima al centro dello sfondo, poi per poi abbassarsi ai lati, per incorniciare il giardino senza soffocarlo. L’eleganza di questa “chiusura” non resterà inosservata.
Le soluzioni adottate possono essere diverse in relazione alle caratteristiche del giardino.
E’ interessante analizzare il disegno volumetrico delle siepi anche se il punto d’osservazione è sopraelevato e posizionato all’esterno del giardino. Infatti, da questo punto d’osservazione, come dalle siepi perimetrali, potranno partire più linee architettoniche, dalla planimetria  rettilinea o sinuosa, che scenderanno verso il basso (dove si trova il giardino), ed in questa discesa si dirigeranno e convergeranno verso un determinato punto al centro del giardino, nel quale sarà collocata ad esempio una vasca, una fontana ecc., la cui presenza sarà così maggiormente sottolineata e verso la quale sarà condotto lo sguardo. Lo sguardo sarà pilotato al centro del giardino dalla particolare potatura delle siepi. La forma delle siepi sarà dunque degradante dal punto d’osservazione e dalle siepi perimetrali verso l’oggetto da porre in risalto. In altre parole l’altezza minima delle siepi si avrà in prossimità del centro del giardino, mentre l’altezza delle siepi tenderà a salire man mano che ci si allontana da esso. Così avremo posto in evidenza quel particolare in modo volumetrico e planimetrico allo stesso tempo.
La volumetria è molto impiegata anche per costituire l’adeguata cornice che circonda il giardino, per porlo al centro dell’attenzione. Abbiamo già notato che le siepi perimetrali incorniciano il giardino, se lo osserviamo dall’alto, ed evitano all’occhio umano di “uscire” dal giardino stesso, se lo osserviamo dall’interno. Queste siepi consentono questo effetto mediante l’altezza ed un’adeguata potatura. Le siepi perimetrali avranno una sommità’ che non sarà squadrata ma inclinata verso l’interno: avranno cioè un’altezza modesta sul lato interno ed un’altezza progressivamente maggiore verso il lato esterno dove raggiungerà l’altezza massima. Con questa potatura le siepi perimetrali avranno una forma che convoglierà lo sguardo verso l’interno del giardino, anche quando è osservato dall’alto.
Quando impianteremo la siepe e quando la siepe, una volta formata,  sarà soggetta a periodiche potature, dovremo seguire le decisioni prese al momento della progettazione del giardino, perchè tardive variazioni possono pregiudicare l’effetto finale creato dal gioco delle linee architettoniche e compromettere l’estetica dell’intero giardino.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI   
– AA.VV. “IL GRANDE LIBRO DEI FIORI E DELLE PIANTE” Selezione dal Reader’s Digest – Milano – 1978
– E.Susini “I MIEI FIORI E IL MIO GIARDINO”  Edagricole 1987
– E. Susini “SIEPI E BORDURE” Edagricole
– E. Susini “GUIDA ALLA PROGETTAZIONE DI PICCOLI GIARDINI”  Edagricole
– M.G.Bellardi “MAL BIANCO SU LAUROCERASO” Tratto da “GIARDINI” Maggio 2005
– M.Ferrari “LIMANTRIA O BOMBICE DISPARI” Tratto da “GIARDINI” Maggio 2005
– M.Ferrari, A.Menta, E.Marcon, A.Montermini “MALATTIE E PARASSITI DELLE PIANTE DA FIORE, ORNAMENTALI E FORESTALI” Edagricole
– M.Ferrari, D. Medici “ALBERI ED ARBUSTI IN ITALIA – manuale di riconoscimento” Edagricole 2003
– L.Crespi “BONSAI – guida pratica all’arte e alla coltivazione” Fabbri editori 1989
– G.Oelker “MANUALE DI FLORICOLTURA”  Edagricole 1957

Paolo Pecchioli, Agrotecnico, è in possesso del diploma di qualifica di orto-floricoltore. Attualmente ricopre la mansione di Assistente tecnico presso l’Istituto Tecnico Agrario di Firenze.

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